(ASI) Continua il contrattacco da parte del Pdl nei confronti del Presidente della Camera Gianfranco Fini e la sua coalizione.
Primo a parlare è stato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, che in un comunicato ha affermato:" Un partito libertario, multirazziale, multireligioso, non conservatore, idealmente aperto e via ancora con altri attributi che destano solo tanta confusione culturale e ideale. Se cosi’ e’ sta nascendo un partito, quello di Fli, che non ha nulla a che spartire con la destra italiana del dopoguerra, quella per intenderci che va dal Msi ad An e poi al Pdl. E’ un’altra storia lontana e antitetica con gli ideali e lo spirito della destra e sembra del tutto velleitario che esso possa sostituirsi come sostengono i suoi massimi esponenti al Pdl"-ha affermato il Ministro continuando-" Piuttosto Fli e’ un partito che nasce per l’ odio incomprensibile contro Berlusconi, con il quale non sarebbe possibile fare alcuna riforma. Poco importa se con Berlusconi, leader del centrodestra per volere degli italiani, abbiamo fatto insieme un percorso lungo diciassette anni, un percorso che oggi viene improvvisamente misconosciuto. Non si comprende perche’ riforme costituzionali come il Senato Federale, piu’ poteri al premier, la diminuzione dei parlamentari, la modifica del titolo V della Costituzione che pure avevamo provato a fare nella legislatura 2001/2006, non si possano piu’ fare perche’ c’e’ premier Berlusconi. Quasi che Berlusconi fosse un usurpatore e non un laeder voluto e votato dagli italiani. Mi pare"- ha concluso-" che le prese di posizione del Fli siano non solo inaccettabili ma incomprensibili sul piano politico ed ideale"
Anche sandro Bondi, Ministro della Cultura e coordinatore nazionale del Pdl, non si è risparmiato a lanciare un attacco frontale al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, affermando: ""Non era mai accaduto nella storia della nostra Repubblica, che il presidente della Camera rivestisse anche il ruolo di capo di un partito; non era mai accaduto che lo stesso presidente della Camera polemizzasse apertamente contro il Presidente del Consiglio e contro il partito di maggioranza relativa che lo aveva designato a quella responsabilità"- aggiungendo-"non è neppure pensabile un presidente della Camera che teorizza l’impossibilità di un dialogo fra maggioranza e opposizione in Parlamento. Naturalmente, siccome questo comportamento fa comodo alla sinistra, allora si tace, addirittura lo si legittima, si piegano i principi e le regole costituzionali ai propri interessi di parte e contingenti".