(ASI) “A distanza di un anno Berlusconi si è accorto che l’Italia rischia seriamente di perdere il ciclo completo del settore auto con il trasferimento della testa tecnologica della Fiat negli Usa e la dislocazione del corpo produttivo nei Paesi low cost.
Il governo italiano si sta occupando con colpevole ritardo di questa grave vicenda. La differenza con il resto d’Europa e gli Stati Uniti è sempre più evidente: Sarkozy, Merkel e Obama si sono interessati già un anno fa al futuro di Renault, Opel, Chrysler e General Motors. Mentre il presidente del Consiglio ha pensato a tutt’altro, ossia a tutelare esclusivamente i suoi interessi e a non farsi processare”. Lo affermano in una nota il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile Welfare e Lavoro del partito, Maurizio Zipponi. “L’IdV – aggiungono – chiede alla Fiat di rendere noti i tempi con cui saranno effettuati i 20 miliardi di investimenti promessi dalla Fiat e di spiegare quali modelli permetteranno l’attività produttiva negli stabilimenti di Termini Imerese, Melfi e Cassino. Marchionne – proseguono Di Pietro e Zipponi – la smetta di perseguire la divisione dei sindacati e di calpestare la Costituzione, i diritti dei lavoratori, la libertà di associazione e di sciopero”.