(ASI) Il Movimento 5 Stelle accoglie con estremo favore la dichiarazione del Ministro dell’Interno Alfano che annuncia la rimozione dal suo incarico del Prefetto di Perugia Reppucci.
Sicuramente il Ministro ha dimostrato un maggiore tempismo nell'esprimersi sulla vicenda rispetto al neo Sindaco Romizi. Il silenzio del primo cittadino è apparso decisamente assordante, a maggior ragione a causa della campagna elettorale che egli ha portato avanti. Sicurezza e lotta al degrado sono stati cavalli di battaglia della destra perugina e per questo ci si aspettava una qualche presa di posizione riguardo alle parole di Reppucci.
Dal canto suo il Movimento 5 Stelle trova vergognose le dichiarazioni rilasciate da Reppucci, tanto nella forma quanto nel merito; se, infatti, non è necessario commentare la prima – si commenta da sola - è nel contenuto che riteniamo doveroso spendere qualche parola.
Il problema della droga, a Perugia, va ben oltre il soggetto che assume sostanze stupefacenti, il triste record di morti per overdose, la fila di tossicodipendenti al SERT o le bande di spacciatori che si spartiscono le diverse zone della città, ricorrendo anche alla violenza.
La verità è che tutto nasce 15 anni fa, quando con la ricostruzione post-terremoto si crearono le condizioni ideali per l’infiltrazione di sistemi malavitosi ramificati e di diverse nazionalità, che, negli anni, hanno garantito l’afflusso di grandi quantitativi di sostanze e manovalanza per lo spaccio e la prostituzione.
Ritenere, oggi, che il problema di Perugia sia limitato al degrado del centro storico o alla carenza di sicurezza in generale non è solo riduttivo, ma è sintomatico di come la rete criminale sia riuscita, nella nostra città, a spostare l'attenzione della cittadinanza e delle forze dell'ordine su questioni di sola apparenza, senza considerare che i fenomeni di microcriminalità non sono altro che la punta di un iceberg ben più vasto, che potremmo sintetizzare in due concetti: narcotraffico e infiltrazione mafiosa.
Ad affermare ciò non è certo il Movimento Cinque Stelle di Perugia, ma i dossier di Libera e le relazioni della Commissione d'inchiesta per l'analisi dei fenomeni di criminalità organizzata e tossicodipendenze (2012-2014) della Regione Umbria. I dati ci sono da tempo lontano, come ricorda il Procuratore della Repubblica Antonella Duchini e, anziché smentiti, andrebbero diffusi e si dovrebbero attuare politiche che vadano a contrastare la situazione delineata nei report citati.
La soluzione sta nel produrre atti normativi finalizzati a bloccare "le vie d'accesso" della criminalità organizzata, rappresentate dall'edilizia, dallo smaltimento dei rifiuti e dalle micro-attività per il riciclaggio di denaro sporco (sale da gioco, compro oro, ecc…): con queste misure si darebbe sostegno alle forze dell’ordine nella loro lotta per la legalità.
Constatiamo con rammarico che tutto ciò rappresenta il contrario di quanto fatto in questi ultimi 15 anni di gestione scellerata del PD perugino, fatta di cementificazione, discariche e licenze incontrollate.
Nell'immediato andrebbe attuata una politica di prevenzione e informazione sulle generazioni presenti e future di consumatori di stupefacenti, che punti a preservare ed educare i nostri giovani, con l'aiuto di strutture come il SERT, che quotidianamente offre il suo fondamentale contributo alla collettività.
Redazione Agenzia Stampa Italia