(ASI) La vittoria del centrodestra a Perugia è stato un vero e proprio “terremoto” per la politica umbra, anche se questo risultato - per ora - è stato sottovalutato dai grandi media nazionali, che si sono soffermati su città demograficamente più piccole e con un esiti numericamente meno straordinari di quello del Capoluogo regionale.
Complimenti innanzitutto ad Andrea Romizi, l’uomo giusto al posto giusto e al momento giusto, che ha dato comunque un valore aggiunto enorme con il mix di freschezza anagrafica, preparazione amministrativa ed indipendenza professionale.
Quello che è avvenuto apre ora scenari enormi anche per le prossime Elezioni Regionali, scenari che presuppongono in tempi rapidi una proposta alternativa, la più estesa possibile e condivisa dal territorio.
Non è più tempo di piccoli egoismi o rendite di posizione. Una classe dirigente è tale se progetta il futuro astraendolo dalle proprie persone.
Tradotto: occorre capire chi vuole starci mettendo anche una pietra sopra a scelte avventate e discutibili e decidere “in Umbria” il candidato Presidente.
I livelli “romani” devono comprendere la portata di quanto avvenuto, facendo un passo indietro su una scelta importante e decisiva che non può essere fatta col “manuale Cencelli” nelle segreterie nazionali dei partiti. Auspicabile e necessaria, dunque, una scelta “dal basso”, con elezioniprimarie che mettano in moto risorse e sfruttino l’onda lunga del successo di Perugia
Andrea Lignani Marchesani