(ASI) Roma - "In Italia si fa ancora poco per la sicurezza sul lavoro e nel Lazio ancora di meno". Lo afferma il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, commentando gli ultimi tragici eventi verificatisi nella nostra regione.
"La morte del giovane geometra in un cantiere romano ci riporta di colpo a un'amara realtà. Spetterà alla magistratura valutare eventuali responsabilità. Di fatto, i 21 morti per lavoro nel Lazio dall'inizio dell'anno, se rapportati ai 228 registrati in tutta Italia, ci impongono un'attenta riflessione sulla organizzazione delle strutture deputate al controllo. Quante risorse affluiscono ai dipartimenti di prevenzione e ai servizi di sicurezza sul lavoro delle Asl?" Si chiede Maritato, che
incalza: "E' ancora attuale il modello proposto, che vede una parcellizzazione delle attività tra numerosi enti, creando nella migliore delle ipotesi, un ingorgo di competenze? Sono interrogativi cui la Regione Lazio dovrebbe rispondere in modo sollecito, per dare sicurezza ai lavoratori e ai cittadini. Il buco della sanità, con il piano di rientro e tutte le conseguenze che ne derivano, non ci fa dormire sonni tranquilli.
Occorre chiedersi se non sia il momento di ripensare l'attuale organizzazione. Non vorremmo che questo momento di crisi, riversasse i propri effetti proprio sulle misure di sicurezza sui posti di lavoro, a danno degli elementi più fragili, mantenendo inalterato il profitto delle imprese".
Redazione Agenzia Stampa Italia