(ASI) Oggi il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, tramite un comunicato stampa pubblicato nel sito del Popolo delle libertà, torna nuovamente a parlare dei rapporti tra Stato e Mafia negli anni '90.
Dopo la dichiarazione dei giorni passati, Gasparri punta di nuovo il dito contro quelle istituzioni che ai tempi accettarono di intavolare patti con la Mafia; il capogruppo, riallacciandosi probabilmente al processo fiorentino contro Francesco Tagliavia, dove diversi pentiti hanno coinvolto il premier Berlusconi definenolo uno dei mandanti delle stragi degli anni novanta, ha affermato: "Lo scenario sulla presunta trattativa tra lo Stato e la mafia nei primi anni Novanta si fa ancora piu’ inquietante. La procura di Palermo nel ’93 tento’ di fermare il provvedimento che revocava il carcere duro per centinaia di boss. Ma la richiesta dei pm fu completamente ignorata. Da un documento assunto agli atti dai magistrati della procura di Palermo che hanno avviato l’inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia- continua Gasparri- emerge questo altro particolare scandaloso. Possibile che all’epoca dei fatti l’allora capo del governo, Ciampi, non sapesse nulla delle remore dei pm palermitani? E su questo nuovo particolare l’ex ministro della Giustizia, Conso, che cosa ricorda? Nonostante le accorate parole dei magistrati antimafia, le revoche del carcere duro non furono bloccate. Vogliamo sapere chi ha volutamente ignorato le richieste dei pm. Tutti gli attori politici del governo dell’epoca chiamati piu’ volte in causa, da Ciampi a Scalfaro, da Mancino a Parisi, da Conso ad Amato, non possono non contribuire a scrivere un capitolo di verita’ della storia italiana. Vogliamo sapere perche’ lo Stato si e’ inginocchiato davanti alla mafia".