(ASI)Renzi che fa? Sono più di 630 i firmatari della petizione "Giù le mani dalla banca d'Italia" che Lista civica Italiana ha lanciato solo tre giorni fa per chiedere al Presidente Napolitano di non firmare l'eventuale legge ottenuta dalla conversione del decreto 133/2013 del 30 novembre. Giù le mani dalla Banca d'Italia: Lista civica italiana rilancia la petizione e dice no al ricatto della decretazione d'urgenza.
Lista civica Italiana ha lanciato una petizione per chiedere al Presidente Napolitano di non firmare l'eventuale legge ottenuta dalla conversione del decreto 133/2013 del 30 novembre. La petizione chiede anche al primo ministro Letta di stralciare dal decreto - che riguarda IMU e l'alienazione degli immobili pubblici - almeno la parte riguardante la Banca d'Italia poiché LCI ritiene che sia un regalo ingiustificato a favore delle banche private. Sembra però che il Governo non ne abbia nessuna intenzione visto che "molto democraticamente" ieri ha posto la questione della fiducia sulla conversione in legge del decreto. Interessante è leggere il resoconto stenografico dell'intervento di giovedì mattina in commissione del ministro ai rapporti con il Parlamento Franceschini (PD) "Ricordavo che il decreto-legge ha già prodotto effetti, perché è stato approvato il nuovo statuto della Banca d'Italia, che è stato confermato con deliberazione del Consiglio dei Ministri il 27 dicembre e con decreto del Presidente della Repubblica dello stesso 27 dicembre. Non sto a dire che cosa causerebbe la mancata conversione del decreto-legge rispetto alle norme IMU, che hanno evitato il versamento della seconda rata." e poi continua " avendo il dovere di garantire la conversione, essendo state presentate alcune centinaia di emendamenti, con un calendario molto complicato dei prossimi giorni, a nome del Governo, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti e articoli aggiuntivi" Lista civica italiana ritiene che si tratti di un modo anticostituzionale e antidemocratico di procedere che svilisce la funzione legislativa del Parlamento. Innanzi tutto, chiede LCI - il capo del Governo deve spiegare dove stava l'urgenza che ha portato a inserire nel decreto la parte relativa alla Banca d'Italia.
Perchè tutta questa fretta quando - ad esempio - più Governi si sono succeduti per anni senza sistemare la questione delle quote di proprietà di banche private? A novembre nel polverone della discussione sull'IMU è stato "infilato" nel decreto la parte riguardante la Banca d'Italia e poi in tutta fretta il 27 dicembre è stato approvato il nuovo statuto, come ha detto il ministro Franceschini: ora dice che non si può approvare il decreto senza causare problemi. Un ricatto in piena regola che porta ad una discussione affrettata su un tema di importanza strategica perchè riguarda la sovranità di tutti gli Italiani. In questa poco edificante sceneggiata da parte del PD, il pensiero corre a Renzi che al momento dell'approvazione del decreto-legge 133 non era ancora Segretario del PD, ma ora, dall'8 dicembre del 2013, lo è. Vuole continuare con la decretazione d'urgenza? Si rende corresponsabile del regalo alle banche? La parte sulla Banca d'Italia non sarebbe la prima cosa da rottamare? Se il decreto sarà approvato tal quale ne tengano conto quanti avevano l'illusione di un rinnovamento.
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