
(ASI)Sbigottiti, sconcertati, sgomenti: non lo so, cercatelo voi l’aggettivo giusto, e più appropriato, per descrivere lo stato d’animo di tutti noi cittadini onesti, davanti a quello che sta succedendo. Ogni giorno, una notizia, e spesso più d’una, per dimostrare, documentare, confermare un Paese alla deriva. Senza certezze e senza prospettive. La politica e la magistratura, due dei pilastri su cui deve poggiare la forza e la credibilità di un paese democratico e civile, fanno acqua da tutte le parti.
Gli uomini chiamati a rappresentare, queste due fondamentali istituzioni, sembra siano stati scelti, con un diabolico disegno, stravagante e bizzarro, per distruggere, per demolire, con un’incredibile tenacia, ogni principio, ogni regola, ogni speranza. Non è un caso che siano, nei giudizi dei cittadini, per stima e credibilità, all’ultimo posto. Ma come potrebbe essere diversamente? L’ultima notizia, sconvolgente, riguarda la magistratura: il Tar, potentissimo tribunale regionale amministrativo, le cui sentenze, a volte, lasciano senza fiato, tanto sono cervellotiche. Questa volta al proscenio c’è andato il Tar del Piemonte che dopo quasi quattro anni, ha accolto il ricorso presentato da Mercedes Bresso (Pd) contro l’elezione di Roberto Cota (Lega Nord) a governatore del Piemonte ed ha annullato le votazioni, per la falsificazione delle firme in una lista che ha appoggiato, ed ha determinato, l’ elezione di Cota. Senza entrare nel merito della questione, è lecito porsi una semplice domanda: è possibile che per una decisione così importante si faccia aspettare così tanto tempo? E non è ancora finita, perché ci sarà un ricorso al Consiglio di Stato che ci impiegherà almeno altri due mesi per la decisione. E’, più o meno, come se un medico, chiamato a fare una diagnosi su un malato, faccia sapere la sua decisione molto tempo dopo i funerali. Pazzesco! Eppure succede, e molto più spesso di quanto si possa immaginare. E la Corte Costituzionale (quindici giudici pagati profumatamente) che non si sono mai accorti che il cosiddetto “Porcellum”, la legge elettorale approvata ed entrata in vigore nel 2006, era incostituzionale e quando se ne sono finalmente accorti lo hanno detto, ma ancora (sono passati più di due mesi) non hanno reso noto le motivazioni della sentenza. I tempi della vita di un Paese, sono imposte, come si vede, dalla lentezza esasperante della magistratura. Silvio Berlusconi, in questo, ha delle pesantissime responsabilità, perché visto che ha dichiarato guerra alla casta in ermellino, tanto valeva combatterla fino in fondo questa guerra. Facendo almeno due cose che avrebbero giovato al Paese: cambiare il loro contratto, adeguandolo, prima di tutto economicamente, quindi con risparmi cospicui, a quello di tutti gli altri funzionari dello Stato e imporre a tutti i magistrati un orario di servizio di otto ore al giorno come tutti. Perché così tanti e del tutto ingiustificati ed inspiegabili privilegi.Per quanto riguarda la politica, siamo al disastro: ministri arroganti che sbagliano tutto quello che è possibile sbagliare, straparlano, dando uno spettacolo indecoroso e deprimente. L’unica (ed ultima) speranza è Matteo Renzi, uno e trino, come lo Spirito Santo, perché oltre a sindaco di Firenze, fa il segretario nazionale del Pd ed è, di fatto, anche il Presidente del Consiglio. Ormai è lui che detta l’agenda, e le accelerazioni, a Palazzo Chigi, con Enrico Letta, ridotto a convitato di pietra. In attesa di sfrattarlo definitivamente, appena sarà pronta la nuova legge elettorale.
Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia
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