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(ASI)I dati rilevano una maggiore fragilità e disagio tra i giovani e i lavoratori precari. Questo in uno momento in cui la media europea invece vede una inversione di tendenza con un calo della percentuale di disoccupati.
Ancora una volta l'Italia è quindi in ritardo, ma con alcuni accorgimenti possiamo recuperare in tempi brevi: un maggiore investimento nella rete dei servizi di welfare che crei occupazione o che la faccia emergere dal lavoro nero con adeguati incentivi, accelerazione nei pagamenti dei debiti delle PA, avvio di meccanismi di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro per accelerare stabilizzazioni e turn over in grado di occupare energie fresche e competenti.
Ma dare anche certezze per gli esodati già salvaguardati (nemmeno la metà ha ricevuto la comunicazione formale) e soluzione per le categorie ancora escluse e già sostanzialmente escluse da ogni protezione sociale. Se non torniamo a dare certezza e serenità alle persone i consumi interni resteranno congelati a lungo e la ripresa si allontanerà”.
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