Non dimentichiamo che la contrazione della produzione industriale si può tradurre, in molti casi, in perdita del lavoro e cessazione di attività.
Causa principale di tale andamento, oltre alla grave mancanza di serie politiche orientate alla crescita e allo sviluppo da parte dal Governo, è l’ormai inarrestabile contrazione potere di acquisto delle famiglie e, quindi, della domanda interna.
Secondo le stime aggiornate dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la riduzione dei consumi nel biennio 2012-2013 rischia di raggiungere a fine anno il -8,1%, con una contrazione della spesa complessiva delle famiglie di circa 60 miliari di Euro.
l disagio delle famiglie è tale da costringerle a tagliare drasticamente persino consumi i alimentari (che, per loro natura, sono sempre gli ultimi ad essere intaccati in una situazione di crisi): la diminuzione nel 2013 sarà pari al -4,6%, con una contrazione di spesa di oltre 262 Euro annui a famiglia.
“Tali dati dimostrano in maniera inequivocabile come il Governo non possa più rimandare un intervento deciso per spezzare tale andamento, avviando un rilancio della domanda interna ed una ripresa degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
È inoltre fondamentale fare un passo indietro sull’IVA, riportando l’aliquota ordinaria al 21% o, ancora meglio, al 20%. Operazione che consentirebbe, da un lato, di dare ossigeno alla domanda di mercato soprattutto in vista delle festività natalizie che si preannunciano quanto mai ghiacciate, dall’altro di riportare ingenti risorse nelle casse dello Stato che, a seguito della precedente manovra sull’IVA, hanno già conosciuto una forte riduzione dei propri introiti).