(ASI)Si è tenuta ieri, 17 ottobre 2013, alle ore 11, presso la sede del Consiglio Regionale dell’Aquila, la riunione della Commissione di Pari Opportunità Regionale alla presenza del Presidente del Consiglio Regionale, Avv. Nazario Pagano, per discutere della costruzione di una “Rete comunicativa e sinergica” tra le varie realtà poste a tutela delle Pari Opportunità nel nostro territorio.
Nonostante la nobile volontà a monte della costruzione della Rete, peraltro già proposta dalla Consigliera di Parità Regionale, che ha permesso di redigere un Protocollo d’Intesa (Patto per le Pari Opportunità in Abruzzo) fra la Regione Abruzzo e le quattro Province Abruzzesi, e con tre Comuni Capoluogo (L’Aquila grande assente), quest’ultima rileva che, dal momento del suo insediamento, avvenuto il 14 maggio 2013, ad oggi la Commissione si è occupata nell’ordine di:
1. comunicazione istituzionale;
2. aggiornamento del proprio sito;
3. revisione del proprio regolamento interno;
4. nomina dei propri componenti nel comitato di sorveglianza regionale;
5. un concorso fotografico;
6. un progetto di legge regionale sullo stalking;
7. approvazione dei propri verbali.
Ai sensi della Legge Regionale del 14 giugno 2012, n. 26, istitutiva della Commissione Regionale per la realizzazione delle Pari Opportunità e della parità giuridica e sostanziale tra donne e uomini, la funzione primaria della Commissione è quella di fornire pareri obbligatori, sugli atti amministrativi, i programmi, le leggi regionali della Regione Abruzzo, nei quali si ravvisi l’esigenza di tutelare le Pari Opportunità. Tra l’altro chiedendo detti atti agli Organi Regionali, quando necessario.
La Consigliera di Parità Regionale, membro di diritto della Commissione, si perplime del fatto che durante i sei mesi d’attività la Regione Abruzzo si sia occupata invece del proprio piano sanitario, di riorganizzare il proprio personale, del riassetto delle funzioni e della riorganizzazione e riparametrazione dei progetti legati al Fondo Sociale Europeo, al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, alla riorganizzazione degli interventi nella struttura di finanziamento dell’agricoltura regionale, mentre la Commissione ha sentito il bisogno di costituire una rete tra organismi che si occupano di Pari Opportunità e non di esprimere i pareri obbligatori previsti dalla legge su nessuna di queste materie citate, che coinvolgono direttamente le donne. Per di più nel momento in cui queste considerazioni la Prof.ssa Marinelli le ha sottoposte alla Commissione, la risposta di una delle intervenute alla stessa e rappresentante un organismo di Parità Provinciale, è stata quella di rilevare “che, essendo tutti i componenti della Commissione Regionale espressi dal PDL, non si capisce il motivo di schierarsi l’uno contro l’altro”.
Quando gli Organismi di Parità non si occupano delle questioni che per legge dovrebbero seguire e obbligatoriamente adempiere, ma, di contro, si sovrappongono in attività e competenze ben chiare e distinte le une dalle altre nelle disposizioni di legge, il lavoro di chi vuole davvero cambiare le cose in favore delle donne, diventa ancora più difficile, se non impossibile.