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Basta! Scendiamo in piazza, tutti questi magliari mandiamoli via

(ASI) E se fossimo noi, cittadini comuni, ormai esasperati oltre ogni limite di sopportazione a mandarli a casa, possibilmente a calci nel sedere, tutti questi magliari che occupano, senza dignità e capacità, cariche importanti nel nostro Paese? Scendendo nelle piazze di tutte le città con una mobilitazione generale. Moderati, dove siete? Si chiede, nel fondo di domenica, il Corriere della Sera. Eccoci.  E’ arrivato il momento di dire basta, non ce la facciamo più, non è più possibile accettare supinamente tutto quello che stanno facendo questi politici incapaci e disonesti. Ci stanno succhiando il sangue con le imposte e poi si palleggiano le responsabilità con atteggiamenti squallidi e vergognosi. Le riforme, la legge elettorale, l’Iva, l’Imu, un gioco al massacro. Mai nessuno che è capace di imporre il taglio delle spese, indispensabile per alleggerire in qualche modo l’Irpef, la pressione fiscale insopportabile, sia pure per quella minoranza che paga, come il sottoscritto, fino all’ultimo centesimo. E’ un passaggio essenziale ed urgente senza il quale si può fare solo un gioco di bussolotti. Dicono di cancellare l’Imu e poi s’inventano un'altra imposta (service tax o come diavolo la vorranno chiamare) per farci pagare di più. Non vogliono aumentare l’Iva e poi pensano, per recuperare il mancato introito, di aumentare le accise sui carburanti. Queste sarebbero scelte di politica economica, fatte da statisti? Questo è lo squallido gioco delle tre carte fatto da magliari imbroglioni.

Silvio Berlusconi è stato condannato per frode fiscale di milioni di euro, lui che aveva il compito, tra l’altro, di fare la “lotta all’evasione”: non si sa se piangere o ridere. Non solo, adesso pretende di essere “assolto” dai suoi compari che stanno in Parlamento con alchimie pseudo giuridiche da azzeccagarbugli di campagna. Una pretesa impossibile ed assurda che sta facendo trasecolare tutto il mondo che stenta a credere, e, ancora più fa fatica, a capire tutto quello che sta succedendo. Perché è chiaro che questi tizi (sembra un’ingiuria chiamarli signori) sono sprovveduti oltre limite della decenza. In tutti i campi. Professori a destra e a sinistra, ma non capiscono niente di niente. Prima invocano i capitali stranieri e quando, finalmente, arrivano (vedi Telecom, Alitalia e, forse, Finmeccanica) fanno di tutto per farli andare via, improvvisando nuove leggi e regolamenti. Si stenta solo a credere che sia vero quello che riportano quotidianamente i giornali e che vediamo in televisione. Sembra  un film dell’orrore. Sabato, il Corriere della Sera ha dedicato dieci pagine sulle mosse che avrebbero potuto fare quei servi lillipuziani che siedono in Parlamento al servizio di Silvio Berlusconi, per salvare, non si capisce come, il loro padrone. Domenica, altrettante pagine per raccontare quello che, nella notte, hanno combinato, provocando, di fatto, la crisi di governo. E questo succederà anche lunedì e martedì, all’infinito finché non li cacceremo. Tutto questo mentre lo spread aumenta e la Borsa cala, ed il 30 settembre, per noi sudditi straccioni, scadranno ben cinquanta appuntamenti fiscali. Ma c’è anche una notizia che dovrebbe preoccupare, anzi, di più, allarmare, ma, come abbiamo già detto, non interessa a nessuno; ed è che nel 2012 non sono stati versati 34 miliardi di euro per mutui, bollette, rate condominiali e altri mille balzelli. Soprattutto per “cattive abitudini” ipotizza il Corriere, invece io penso che sia esclusivamente perché la gente onesta, che non corrompe e non si fa corrompere, che non ruba, che paga regolarmente le imposte, non ce la fa più. Ma come fanno a non capirlo? La mattina vedo, dal mio giornalaio, qualcuno che compra le schedine del “raschia e vinci”, ma non paga perché non ha i soldi e allora il debito, di quei pochi euro, è annotato su un quadernetto che il poveraccio porta con sé. Questa è miseria, è disperazione. Mi ricorda il dopoguerra quando la gente andava al negozietto per comprare il pane con il quaderno per scrivere il debito che avrebbe poi onorato quando arrivava, se arrivava, qualche sussidio. E, oggi, è più o meno così.  Ci hanno ridotto alla fame. E quando Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, in un editoriale sul Corriere, chiedono per l’ennesima volta al governo che bisogna assolutamente tagliare le spese, risponde loro il “giovane turco” Stefano Fassina, nientedimeno che viceministro dell’Economia che “non si deve tagliare la spesa, ma si deve riqualificare e riallocare la spesa attraverso piani di riorganizzare industriale a ogni livello di amministrazione, preceduti o accompagnati da una revisione del Titolo V della Costituzione”. Farneticante. Ma dove li trovano questi scienziati? Basta! Anche i moderati, finora più o meno silenziosi, hanno perso la pazienza.

Non so se sono diventato un populista rivoluzionario, so solo che sono sempre stato un liberale moderato, ma ora, non potendo più continuare ad andare avanti così, sento che è arrivato il momento che il popolo sovrano si mobiliti, faccia sentire la sua voce, direttamente, e scenda in piazza per mandare a casa tutti questi politici corrotti ed incapaci.

Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia

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