Al centro del dibattito l'utilizzo di droni, gli aerei senza pilota, dispiegati nelle zone considerate a rischio dagli Stati Uniti. Nonostante le dure contestazioni e le promesse elettorali con cui Obama ha ottenuto i suoi mandati, le operazioni condotte dal cielo con i droni rimarrebbero il metodo più efficace e sicuro per combattere il terrorismo. "Il dispiegamento di droni ha scoraggiato i militanti da nuove azioni azzardate ed hanno reso gli Usa una nazione più sicura" ha dichiarato Obama che, pur proponendo di limitare tali strategie nei prossimi anni, ha annunciato il proseguimento degli attacchi.
Intanto, i dati diffusi dal Bureau of Investigative Journalism mostrerebbero una realtà diversa e, a dir poco, sconcertante: dal 2004 sono stati 368 gli attacchi in Pakistan, di cui 316 inviati sotto l'amministrazione Obama, mentre dal 2002 oltre 50 quelli condotti in Yemen. Ancor più grave è il bilancio delle vittime causate dall'impiego degli aerei da guerra, contando oltre 3500 morti di cui quasi 900 tra i civili
Secondo le stime divulgate, l'interventismo militare statunitense rimarrebbe quindi una costante anche sotto il volto rinnovato della presidenza Obama. Senza il dispiegamento fisico di soldati ed il rischio d'uccisioni tra le truppe alleate, le nuove tattiche di guerra sembrano placare l'opinione pubblica interna ed occidentale, diventata sorda di fronte alle nuove metodologie subdole ma 'politicamente corrette'.
In ogni caso, le nuove tecniche adottate dal Pentagono rimangono sempre atti di guerra e azioni militari che, senza clamore, generano nel silenzio migliaia di vittime.
Non solo droni: altro tema centrale dell'incontro è stato il campo di prigionia di Guantánamo. Dopo l'ordine di chiusura della struttura firmato da Obama nel 2009, il centro detentivo di massima sicurezza continua ancora ad essere attivo. "Guantánamo deve essere chiuso- ha promesso nuovamente il presidente- I prigionieri saranno trasferiti nello Yemen e sarà nominato un responsabile per sorvegliare il loro trasferimento".
Non sono mancate le contestazioni durante lo svolgimento del dibattito. Il discorso di Obama è stato più volte interrotto da una contestatrice, ricordando lo sciopero della fame che, da ormai cinque mesi, i prigionieri 'fantasma' conducono nel centro in attesa di un processo che forse non arriverà mai.
Avonaco - Agenzia Stampa Italia