(ASI) Venerdì scorso Tbilisi, capitale della Georgia, è stata movimentata da migliaia di persone scese in strada per impedire che gruppi di omosessuali manifestassero. Nel giorno in cui l'Occidente celebra la giornata contro la "omofobia", in Georgia permane qualche resistenza alla cultura dominante.
“Unisco la mia voce e il mio pensiero a coloro che sono qui radunati”, afferma ad Euronews Zaza Davitaia, un cittadino georgiano, “Siamo contro la manifestazione, che è in contrasto con la tradizione e la morale georgiana. Sono sostenuti dall’estero per lottare contro i nostri valori”. “È inaccettabile in ogni caso, specialmente oggi. È un complotto di poche persone che mettono alla prova la nostra pazienza per forzarci a commettere un errore e poi agire secondo il loro programma”.
Ilia II, Patriarca della Georgia, aveva invano chiesto alle autorità nei giorni scorsi di vietare il corteo omosessuale per evitare scontri. Nella sua lettera indirizzata ai governanti, il religioso aveva scritto che la manifestazione gay "viola i diritti della maggioranza” ed è un ‘‘insulto alle tradizioni”.
Redazione Agenzia Stampa Italia
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