Si concludono cinque anni di amministrazione Alemanno. Tirando le somme, cosa imputa principalmente al sindaco di Roma?
Di non aver dato alcun reale e tangibile segno di discontinuità col passato. Non c’è stata una nuova impronta e non basta dire che c’erano i debiti da saldare, perché l’impronta di un’amministrazione si vede anche in piccole cose. E invece? Clientele, scandali, sprechi, sudditanza verso i “poteri della città”, verso alcune comunità straniere. Nulla di nuovo. Anzi, crediamo ci siano stati dei passi indietro notevoli.
Quali sono i “poteri della città” cui fa riferimento e in che modo, a suo avviso, si rivelano dannosi per Roma?
Perché indirizzano la politica e l’economia della città sempre nello stesso modo. Insomma i soliti nomi che controllano l’unica grande industria romana che è l’edilizia e da questa si sono spostati nell’editoria, nella televisione, traggono sempre il massimo profitto dall’incapacità delle giunte tanto di centrodestra quanto di centrosinistra di far valere le istanze del popolo romano. Quartieri, piccole città, nati senza servizi, senza rispettare le convenzioni stipulate col Comune, senza chiarezza su proprietà e responsabilità grazie al gioco delle scatole cinesi. E poi chi ha speculato sui rifiuti con Alemanno ha continuato a farlo. Chi ha speculato sugli affitti dei palazzi alle istituzioni ha continuato a farlo. Anche una certa criminalità organizzata ha continuato indisturbata nei propri affari. Ed altri clan si stanno affacciando in città.
Negli ultimi vent’anni la speculazione edilizia si è ampiamente diffusa in quella che un tempo era la campagna romana. Il rischio che le colate di cemento possano proseguire è concreto? Cosa fare per arginarlo?
Sì, è concreto perché manca totalmente una pianificazione a lungo termine. Pianificazione non vuol dire solo un nuovo Piano Regolatore Generale, ma vuol dire un piano di sviluppo economico della città, un piano di contenimento dei prezzi delle abitazioni, un piano d’interventi economici a sostegno delle famiglie in cerca di prima casa. A farne le spese è stato anche l'Agro romano che da risorsa economica fondamentale per la città è diventato solo teatro di confronto fra i poteri forti della città. Penso a Tor Pagnotta, a Porta di Roma, a Tor Bella Monaca, a Mezzocammino e tutti quei mega insediamenti che hanno distrutto parte dell'Agro romano, ingolfando ulteriormente il traffico veicolare della città. L’Agro romano va preservato e sull’agricoltura il Comune deve investire perché può diventare una fonte enorme di posti di lavoro e ricchezza per la città.
L’emergenza abitativa rappresenta un assillo per molti cittadini romani. Quale la proposta di Forza Nuova per risolverla?
Il problema va affrontato sotto molti aspetti. Ci sono le case popolari che sono, di fatto, insufficienti in quantità rispetto alle richieste, ma soprattutto mal gestite. C’è un mercato nero delle case popolari, ci sono gli affittuari che subaffittano ad altri perché ormai hanno un tenore di vita che gli consente una casa “normale”, ma non dichiarano il dovuto ed in più subaffittano. Ci sono migliaia di alloggi sfitti che potrebbero essere usati, ma al prezzo di mercato sono inavvicinabili dal Comune. Quindi noi diciamo, tecnicamente con i soldi che vengono mal spesi dal Comune si possono costruire centinaia di alloggi popolari: una casa di 100mq costa, realmente, 80/100 mila euro, con tutti i rincari dei lavori che il comune appalta e che non vengono mai eseguiti al prezzo d’appalto ci si possono costruire un’infinità di case popolari. Ad esempio i costi sostenuti dal Comune per la metro C sono già passati da un miliardo 925 milioni a 3 miliardi 379 milioni, il 175% in più rispetto alle stime iniziali più altri, circa, due miliardi di opere complementari: espropri, arbitrati ecc. A carico del comune il 18% delle spese, ossia da 346,5 milioni di euro a 608,2 milioni, quindi solo con i rincari della Metro C, quelli finora contabilizzati, ci si potevano costruire qualcosa come 2.617 case popolari di 100mq l'una. Capito?
Il problema dei rom fu uno dei temi messi al centro della campagna elettorale di Alemanno, cinque anni fa. Una valutazione su come è stato affrontata la questione e cosa farebbe Forza Nuova al riguardo…
Bocciatura totale per la giunta Alemanno. Io faccio sempre quest’esempio: se il buongiorno si vede dal mattino, il giorno in cui Alemanno e la Belviso presentarono il Piano nomadi al Campo di Via di Salone, alla fine della conferenza stampa i rom gli rubarono pure i tavoli e le sedie di plastica che avevano portato per la stampa. Ecco, il senso è questo, sono stati spesi decine di milioni di euro senza risultati. Oggi ci sono più rom e più campi abusivi di 5 anni fa. Noi diciamo: questi gruppi etnici non vogliono integrarsi con la nostra cultura e la nostra società, quindi perché mantenerli? Molti di loro hanno una nazionalità, vanno presi e portati nei loro Paesi in maniera coatta, altro che foglio di via. Ci vuole tolleranza zero, ma non a parole. Si lamentano delle condizioni dei campi? La porta è quella, ma fuori dall'Italia.
Che Roma sia ostaggio dell’abusivismo è parere diffuso. Negli ultimi mesi si è molto discusso dei venditori e dei furgoncini ambulanti che affollano le strade e dei figuranti nei pressi del Colosseo. Problemi inevitabili o esiste una soluzione per risolverli?
Alcune situazioni vanno regolarizzate, penso ad esempio ai figuranti attorno al Colosseo, come avviene in molte capitali d'Europa i figuranti nei luoghi simbolo della città sono dipendenti del comune. Per l’abusivismo commerciale, anche lì ci vuole tolleranza zero, Roma, l’Italia sono una pacchia per chi vive di queste forme d’illegalità, ma ci sono modi e mezzi per risolvere la questione. Non è impossibile. Colpire chi produce e distribuisce agli ambulanti i prodotti contraffatti. Espellere chi viene colto sul fatto più di una volta. Colpire chi concede i permessi per i furgoncini ed i camion bar che sono appannaggio di una nota famiglia di zingari rappresentati anche in Comune. Insomma, le cose se si vogliono fare si possono fare, Roma non è fuori dal mondo.
Tra le vostre proposte, l’emissione di una moneta propria da parte di Roma Capitale. Provocazione o realtà?
Assolutamente realtà. Una moneta locale a circolazione parallela e complementare all’euro è fattibile e può essere realmente risolutiva per la carenza di liquidità del Comune. Ci sono molti esempi in Europa ed anche in Italia. Una moneta, il sesterzo, emessa dal Comune, garantita dai beni immobili del Comune, circolante nel territorio del Comune, utilizzabile anche per il pagamento delle imposte locali. Si può fare domani, e senza violare alcuna norma bancaria.
Un’opinione sul “gay pride”, che rappresenta ormai per Roma un appuntamento consueto…
Un’offesa alla città, una carnevalata che di anno in anno sposta l’asticella della provocazione sempre più su. Prima chiedevano il riconoscimento di alcuni diritti civili per gli omosessuali, poi hanno cominciato a parlare di bisessuali, poi di transgender, l'anno scorso anche di “queer”, ossia quelli che non si sa nemmeno che cosa siano, non sono nemmeno trans... Ecco dunque che il cedimento anche della giunta Alemanno a queste provocazioni ha denotato la debolezza, la mancanza d’identità politica di questo sindaco. Noi non li abbiamo mai accettati e continuiamo sulla nostra linea.
Forza Nuova si dichiara baluardo dei valori cattolici, tra i quali la famiglia, oggi seriamente minacciata nella sua integrità. Ritenete che tale scenario di graduale svilimento della famiglia sia ormai un processo ineluttabile della secolarizzazione o che esistano strumenti per rilanciare questo istituto tradizionale, nodo cruciale di ogni società? Ve ne sono di applicabili anche in Campidoglio?
Ovviamente crediamo che il processo di degenerazione possa e debba essere fermato ed invertito. La famiglia tradizionale, naturale, deve tornare ad essere il fulcro della società ed anche un’amministrazione locale può fare molto in tal senso. Favorendo le famiglie numerose. Abbattendo l’imposizione fiscale locale. Costruendo case per famiglie numerose con 3 o 4 camere da letto. Ma soprattutto rimettendo il valore della famiglia al centro del dibattito. Roma, a nostro avviso, ha soprattutto bisogno di riscoprire le proprie radici, le proprie fondamenta. Per questo il mio slogan è “Ricostruiremo Roma”. Noi intendiamo abbattere figurativamente, ma non solo, la Roma moderna per ricostruirla sulle sue fondamenta: Romanità e Cristianità.
Federico Cenci – Agenzia Stampa Italia