(ASI) E' questo il titolo apparso sabato mattina su un importante quotidiano europeo. In un momento di disperazione della nazione, di suicidi, di fabbriche che chiudono, di famiglie sull'orlo della povertà, ecc, ecc. i nostri politici, almeno gran parte di loro, stanno giocando sulla nostra pelle, infischiandosene apertamente dei reali problemi del Paese. Le scelte e i bizantinismi di questi ultimi due mesi sono manifestati non per esigenze del Paese, ma solo per interessi di parte o, peggio, personali. Si chiedono in molti... la risposta è: no! Ovviamente conoscono e sentono il problema, ma lo esprimono nei fatti come se non gli appartenesse, come se fosse un evento lontano, come quando si apprende di disastri naturale in un Paese asiatico o delle bombe di Boston. Ogni volta che gran parte di questi politici parlano dei problemi del Paese, notatelo, lo fanno in maniera distaccata, lo esprimono solo per giustificare il loro "impegno" politico, per "cavalcare la tigre".
In tutto questo c'è un fatto scientifico oggettivo da valutare: l'essere umano è una macchina biologica che risponde a certe regole imprescindibili dalle quali non può sottrarsi. Meccanismi psicologici che solo chi ha frequentato studi di psicologia o psichiatria può comprenderli. Si tratta di una variante "della gerarchia dei bisogni umani " una formula elaborata diversi anni fa dal filosofo e psichiatra americano Abraham Maslow. Cosa ci dice? Un grave problema di sopravvivenza che può colpire un essere umano, causato da povertà o mancanza di cibo, può essere vissuto in modi diversi. In maniera intensa e diretta da chi è nelle stesse condizioni, in maniera emotiva ma non diretta per le persone sensibili poste su livelli leggermente superiori alla sopravvivenza, in maniera soprattutto distaccata, ma "sentita" da chi è molto lontano dai livelli di sopravvivenza. In parole povere quando si presenta nella società un problema generale grave, a rischio sopravvivenza, in ogni essere umano scatta un meccanismo di autodifesa e di valutazione del rischio personale. Questo meccanismo analizza il problema e alle persone "chiede": in questo problema ci siamo dentro anche noi? La povertà ci potrà raggiungere? Non avremo più di che mangiare? ecc. ecc. - Se la risposta risulta: "no nessun rischio per noi! Il problema non ci riguarda, riguarda altri! " A quel punto la questione viene affrontata con un diverso spirito. Se si è religiosi con spirito di partecipazione cristiana, se si è politici con spirito di apparente coinvolgimento personale, ma con altrettanto distacco, finalizzato a scopi tutt'altro che diretti verso chi ha veramente bisogno.
Questo e quanto sta accadendo in Italia da qualche tempo e in particolare in questi ultimi giorni. Allora ci sarebbe una soluzione, anche se utopica e paradossale, che se applicata sarebbe efficacissima, quella di privare i nostri rappresentanti politici dei loro mega stipendi, benefit economici e agevolazioni ad ogni livello, fin quando non saranno riusciti a risolvere il problema. A quel punto il meccanismo scoperto da Maslow sulla sensibilità e partecipazione diretta al problema funzionerebbe alla perfezione, perché ci si allineerebbe alle reali esigenze di chi non ha più da mangiare, di chi ha perso il lavoro, di chi vorrebbe suicidarsi perché non riesce più a far fronte ai debiti, ecc. - Un pò come accadde nel 1271 a Viterbo per l'elezione di un nuovo papa dopo la morte di Clemente IV. A Viterbo, come è riportato dai testi storici, i cardinali che dovevano eleggere il nuovo papa si "trastullarono" per ben 3 anni nella ricerca di un erede di San Pietro utile a questa o quella fazione ( era 4 le fazioni interessate ad avere un loro papa ). Ad un certo punto il popolo di Viterbo si ribellò e cominciò a ridurre loro il cibo, fino a scoperchiare il tetto del salone dov'erano riuniti i cardinali, lasciandoli alla mercé degli elementi meteorici. Questa cura drastica riuscì in pieno: dopo 3 giorni fu eletto il nuovo papa ( Gregorio X ). Se questa cura si potesse applicare ai nostri politici certamente non assisteremmo più a questi squallidi e irresponsabili "teatrini" politici.