(ASI) Se gli interessi sovranazionali vengono prima della politica interna, succede anche questo. Il governo Monti si è opposto al risarcimento degli ex deportati nei campi di concentramento e di lavoro della Germania nazional – socialista. Si può apprendere la notizia dal 06 dicembre, dalle carte del procedimento aperto dalla Corte di Cassazione dopo il ricorso presentato a Torino da 173 ex deportati e dai loro eredi, rinchiusi nei campi tra il 1943 e il 1945, durante il secondo conflitto mondiale.
Le vittime, avevano fatto ricorso alla Cassazione, in quanto la Corte di Appello di Torino aveva respinto la loro richiesta di indennizzo, spiegando come i crimini commessi dalla Germania hitleriana fossero già prescritti. La Corte Suprema, in un precedente giudizio, aveva stabilito che la Germania “non ha il diritto di essere riconosciuta immune dalla giurisdizione civile del giudice italiano”. Sarebbe dovuto bastare questo. Tuttavia, la Presidenza del Consiglio, ha chiesto alla Cassazione di non accogliere il ricorso degli ex deportati in forza di una sentenza della Corte Europea dell'Aja che aveva lo scorso 03 febbraio accolto il ricorso tedesco contro l'Italia, e bloccato le indennità. Tuttavia, la stessa corte, secondo gli ex deportati, in tutt'altra maniera, il successivo 12 luglio, si è dichiarata incompetente a decidere sulla questione, restante quindi di competenza della magistratura italiana. Quindi, anche in questo caso, ragioni o meno degli ex deportati o dei loro eredi, non v'è dubbio: prima gli interessi sovranazionali, poi quelli italiani. Monti docet.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia