(ASI)Lettere in Redazione. Reggio Calabria. L'arresto del consigliere regionale Rappoccio è la nuova tragica conferma del pesante inquinamento elettorale e del voto di scambio, di vario livello e di ogni sorta, che ha contraddistinto la competizione regionale del 2010. Rappoccio è accusato di gravissimi reati che evidenzierebbero una condotta vergognosa e uno squallido cinismo.
Illudere i giovani calabresi, sfruttando l'estremo bisogno e la fame di lavoro, per mero calcolo elettorale, rappresenta quanto di piú ignobile e odioso si possa immaginare.
Una condotta, quella di Rappoccio, che partirebbe da lontano in quanto lo stesso fu candidato, poi eletto, alle elezioni comunali di Reggio Calabria del 2007 a sostegno del sindaco Scopelliti; mentre nel 2010 è stato eletto consigliere regionale, guarda caso, sempre a sostegno di Scopelliti, questa volta come Presidente della Regione.
L'arresto di ben tre consiglieri regionali lascia, quindi, poco spazio all'immaginazione. Emerge in maniera chiara e inequivocabile una vera e propria emergenza della democrazia in Calabria.
Le elezioni regionali del 2010 non sono state libere e limpide. Questa non è una nostra opinione né discende dall'ultima inchiesta giudiziaria, ma bensì una conclusione inappuntabile che i fatti si sono incaricati di corroborare. Già nell'immediatezza del voto denunciammo il palese inquinamento mafioso e le pesanti commistioni con le cosche della 'ndrangheta che, in maniera assolutamente trasversale, hanno caratterizzato le elezioni regionali del 2010.
A questo punto si deve andare fino in fondo e senza alcuna reticenza nelle indagini finalizzate a scoperchiare definitivamente la cosiddetta zona grigia (che poi tanto grigia non è.....), poichè sono ancora tanti, troppi, i personaggi che, nonostante il palese sostegno e il patto scellerato stipulato con la 'ndrangheta nelle elezioni del 2010, siedono nel consiglio regionale calabrese. Si tratta di una normale azione di igiene della vita pubblica regionale che deve andare avanti senza guardare in faccia nessuno.
Lo ripetiamo ancora una volta e, fino a che la Magistratura non porterà avanti queste indagini, non ci stancheremo di ripeterlo: basta leggere i risultati elettorali, per esempio, del quartiere Archi di Reggio Calabria e vedere a chi sono andate le maggiori preferenze per scoprire il grado di trasversalismo e il profondo livello di inquinamento e di penetrazione mafiosi.
È assolutamente doveroso che i calabresi sappiano chiaramente per quale Presidente e per quale Consigliere regionale le cosche mafiose hanno votato alle ultime elezioni regionali.
Si tratta di una questione fondamentale per la credibilità delle Istituzioni, troppo spesso violentate da un sistema di potere vorace e indecente.
Il crollo del "modello-Reggio", il rinvio a giudizio sul caso-Fallara, le inchieste della Magistratura, l'imminente inevitabile scioglimento del Consiglio Comunale di Reggio Calabria e, soprattutto, la totale delusione dei calabresi, sempre più arrabbiati, rappresentano gli elementi più clamorosi di un fallimento politico e di un disastro amministrativo che con la giunta regionale di centrodestra PDL-UDC, a partire dal suo Presidente Scopelliti, la Calabria sta subendo. In tutti i campi ed in tutti i settori della Regione dall’ambiente alla depurazione, dalla sanità alle politiche del lavoro, dai trasporti al porto di Gioia Tauro, dalle politiche sociali alla forestazione, senza dimenticare la questione SORICAL esiste una situazione drammatica aggravata ed appesantita dall’incapacità di Scopelliti e della sua giunta che continuano a pensare di poter ingannare ancora i cittadini con proclami e passerelle ad uso mediatico nel vuoto assoluto di qualsiasi capacità di iniziativa di azione di governo per affrontare i drammatici e sempre più gravi problemi della Calabria e nel frattempo continua la sequela dei consiglieri arrestati. Ci domandiamo fino a quando i calabresi dovranno subire ancora tutto questo?
LA SEGRETERIA REGIONALE DEL PdCI DELLA CALABRIA