(ASI) I padiglioni della fiera di Rimini, oltre al meeting di CL, ospitano anche espositivi di enti pubblici e aziende. Tra queste una società che si occupa di fonti rinnovabili e che propone al pubblico un obiettivo sensazionale, la costruzione di una città mossa da energia elettrica su fonti rinnovabili.
Cartongesso bianco, un manifesto a vela e cuscini a terra: mancherebbe un narghilé e sembrerebbe di sedere in un caffé della Casbah di Algeri. E lo slogan: immagina la città del futuro. Lo immaginano eccome una decina di bambini, spettatori assonnati di una presentazione che tocca i temi dell'ecologia e dello sfruttamento di sole e vento.
Bambini cresciuti male? Macché. Non occorre essere laureati per sapere che la maggior parte dell'energia elettrica consumata in questo Paese provenga dal petrolio o dalle centrali nucleari di nazioni limitrofe. Il rinnovabile occupa solo una piccola parte, a causa dell'inadeguato rapporto tra costo di implementazione e capacità produttiva.
Questo, forse, i piccoli lo hanno capito bene e senza troppe spiegazioni scientifiche: le centrali nucleari fanno parte del paesaggio di quei film e di quei cartoni animati che sono abituati a vedere, strane ciminiere cilindriche simboli dello sviluppo e del progresso sociale e scientifico del mondo anglosassone.
I bambini dormicchiano mentre l'impiegato continua imperterrito a parlare. Una pennica in chiave flash mob per protestare contro la scarsa lungimiranza dei loro padri.
Marco Petrelli Agenzia Stampa Italia
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