(ASI) "Passate classi dirigenti non hanno pensato a gettare le basi per una costruzione del futuro. Le nuove generazioni stanno pagando un prezzo salatissimo".
Dopo essersi definito onorato dell'invito al Meeting, che l'anno passato "aveva ospitato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano" , il Primo Ministro prende il toro per le corna dichiarando che la crisi "non c'è poiché quest'anno, rispetto a quello passato, abbiamo maggiore cognizione di una situazione che ci troviamo ad affrontare".
Una crisi che stanno pagando i giovani appunto, generazione che Monti definisce "perduta" a causa della scarsa lungimiranza di chi ha governato in passato e non è stato capace più in là, programmando e sviluppando il futuro che oggi appare critico e difficile.
Il Primo Ministro ringrazia Udc, Pdl e Pd per la responsabilità dimostrata appoggiando un Governo tecnico che, con il Parlamanto, ha lavorato su riforme capaci di allontanare l'Italia da quel sud est (leggi Grecia) oggi molto più in difficoltà, senza contare il rispetto e la credibilità riconquistati di fronte ai partner europei.
Il Primo Ministro si rende conto ( o comincia a farlo) del fatto che la finanza internazionale tenga poco conto degli sforzi affrontati , lasciando così trapelare una differenza fondamentale, ovvero quella tra la cooperazione europea e gli interessi economici dei singoli stati, sempre forti e certamente superiori al mito comunitario. Incrollabile la fede nella moneta unica. A chi attende la fine dell'euro, Monti replica ironico: "L' euro è come la Madonnina sul Duomo di Milano". Paragone forse poco calzante: la Madonnina è un simbolo di Milano, della sua storia e della sua fede. Una moneta non può essere simbolo di speranza, deve anzi essere strumento di rilancio economico e ricompattamento di popoli e nazioni che, nel 2012 più che mai, cominciano a non capire più il senso di appartenenza ad un ente sovranazionale, così lontano geograficamente e politicamente dalle necessità della gente comune.
Marco Petrelli - Agenzia Stampa Italia
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