(ASI) I Recenti cambiamenti geopolitici in Africa del Nord susseguenti alla caduta del colonnello Gheddafi ,hanno aperto nuovi scenari geopoltici,rimescolando le carte nella “scacchiera mondo”. Oggi possiamo dire che almeno formalmente la Libia post-gheddaffiana è diventata un paese alleato dell’alleanza atlantica,malgrado la situazione non sia affatto chiara ed esistono ancora sacche di resistenza.
Ma nonostante il fronte atlantista abbia vinto la battaglia Libica,la situazione in potenza,non è affatto favorevole alle forze N.A.T.O.
Questi elementi vanno combinati con la situazione esistente nel resto del Medio Oriente ed in particolare alla crisi Siriana ed al possibile evolversi della situazione Iraniana.
Anche lo Yemen, che ha concesso una base agli U.S.A,per un possibile attacco all’Iran pochissimi giorni fa non è per niente stabile.(la vicina Eritrea possiede addirittura una base Israeliana).
L’unico paese che è stabilmente alleato delle forze Atlantiste assieme al neo-governo della Libia rivoluzionaria è rimasto(pur con evidenti tensioni interne) soltanto il Marocco,mentre l’Egitto l’Algeria e la Tunisia possono diventare avamposti contro l’atlantismo.
In conclusione quindi la situazione è complessivamente sfavorevole alle forze atlantiche che se fino a poco tempo fa avevano semplicemente la Libia,come paese ostile alla linea atlantista,oggi potrebbero ritrovarsi potenzialmente a fronteggiare paesi più grandi,più ricchi e più solidi della Libia stessa.
In particolare potrebbe crearsi in un certo senso un “asse ottomana”,antiatlantista,che potrebbe comprendere una sorta di quadrilatero:Istambul,Algeri,Tunisi ed Il Cairo.
Questo quadrilatero non si è ancora formato,ma c’è la possibilità concreta,che tale asse si riformi.
L’Ultimatum di Tripoli,nei confronti del governo Algerino,e nei confronti del governo del Niger che non ha consegnato alcuni membri della famiglia del defunto Rais Libico,potrebbe innescare un deterioramento di rapporti fra la Libia ed altri paesi del Nord Africa,e dell’Africa Sub Sahriana.
La nuova Libia nonostante questo linguaggio non ha né la forza,né la credibilità diplomatica per poter imporre la sua “volontà”,che non è altro che un tentativo degli Stati Uniti di minacciare i paesi dell’area.
Il linguaggio adottato dal nuovo governo Libico,ha toni arroganti,e ricattatori nei confronti dei paesi interessati.Tripoli giunge addirittura a minacciare di rompere le relazioni diplomatiche con i paesi in causa,se i “criminali”(queste le parole utilizzate dal governo Libico),non verranno consegnati. Un arroganza diplomatica del tutto fuori luogo per un paese come la Libia
Eppure Algeri,recentemente aveva proclamato l’amicizia nei confronti di Tripoli,nonostante decenni di rapporti difficili.La mossa del governo Libico pare avventata,illogica,dettata da interessi esterni alla Libia,e sicuramente da un punto di vista razionale sconveniente perché rischia di lasciare la nuova Libia,isolata sul piano della scacchiera geopolitica dell’area.In aperta opposizione con la politica di collaborazione con i paesi vicini seguita dal governo di Gheddafi.
Ques’t ultimo atto,ha dimostrato che la Libia non è altro che un governo fantoccio,nelle mani degli Americani e dei loro alleati.
Al contrario l’Algeria attualmente prende le distanze dalla Lega Araba,e si ritaglia un posto di primo piano,potenzialmente di lunga durata nello scacchiere nordafricano.
Abdelaziz Belkadem,ministro di stato e segretario generale del Fronte di Liberazione Nazionale Algerino,ha detto :" La Lega araba di oggi non è una Lega ed è ancor meno araba, fa appello al Consiglio di sicurezza contro uno dei suoi membri fondatori, Siria, oppure alla Nato, il caso della Libia, per distruggere le risorse dei Paesi arabi.".
Il crollo del regime di Gheddafi, rischia di essere quindi la classica "vittoria di pirro" per gli Atlantisti
Antonio Cerina Agenzia Stampa Italia
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