(ASI) Clamoroso in Argentina: le elezioni di medio termine sono infatti state vinte da “La libertà avanza” , il partito del presidente Javier Milei, che ha ottenuto oltre il 40% dei consensi, mentre i rivali peronisti di sono fermati al 25%.
“Oggi è una giornata storica – ha esultato il primo mandatario – il popolo ha deciso di abbracciare le idee della libertà. Ci lasciamo dietro cento anni di decadenza. Inizia la svolta. Oggi comincia la costruzione della grande Argentina. “Durante i prossimi due anni dobbiamo consolidare il percorso riformista per fare di nuovo grande l'Argentina. La Libertà avanza avrà 101 deputati invece di 37 e 20 senatori invece di sei. Sarà senza dubbio il Parlamento più riformista della storia argentina”.
Da segnalare che la vittoria della destra turboliberista è arrivata con il record negativo dell’affluenza che si è fermata al 67,85%; proprio la scarsa partecipazione al voto potrebbe essere una delle cause del fallimento dei sondaggisti che davano il movimento di governo in difficoltà a vantaggio dell’opposizione peronista.
Dopo la sorprendente vittoria alle presidenziali del 2023, quando andava in giro con la motosega per annunciare i grandi tagli che avrebbe fatto allo stato sociale, con il 56% delle preferenze, l'ultraliberista è arrivato alla prova delle urne con un livello di consensi sceso al 38%, un dato che è stato interpretato come una stanchezza serpeggiante tra l'elettorato per le sue ricette lacrime e sangue, che se da un lato sono riuscite a contenere l'inflazione, passata dal 200 al 31%, e a garantire l'equilibrio fiscale, dall'altro ha determinato tagli alla spesa anche in settori sensibili come l'educazione e la sanità.
Un calo di popolarità legato anche ad alcuni scandali che lo hanno lambito più o meno da vicino, come il caso del meme-coin 'Libra' - una cripto-moneta che Milei aveva promosso sui social poi tracollata in borsa rovinando centinaia di investitori,
In chiusura della campagna elettorale, il presidente aveva accusato il peronismo di sinistra di voler destituire il governo e aveva agitato il fantasma di un ritorno del "comunismo castro-chavista" nel Paese. Ma nell'ultimo comizio tenuto giovedì nella città di Rosario, Milei già non brandiva più l'iconica motosega. Ha chiamato gli elettori a "non arrendersi" e a "cambiare l'Argentina sul serio", promettendo per la seconda parte del mandato "le riforme di cui il Paese ha bisogno".
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia



