(ASI) Plaza San Martín, nel centro storico di Lima, è stata l'epicentro di una massiccia protesta cittadina, guidata da migliaia di studenti, gruppi sociali e organizzazioni di base, che hanno espresso il loro rifiuto dell'amministrazione della presidente designata Dina Boluarte.
Le manifestazioni si sono svolte nel fine settimana e sono state organizzate principalmente attraverso piattaforme digitali, con una partecipazione particolarmente significativa della Generazione Z. Con lo slogan "Il popolo si ribella: Giorno del Risveglio Peruviano", i manifestanti hanno chiesto cambiamenti strutturali al modello di governance e hanno denunciato quella che considerano una crisi istituzionale e di rappresentanza.
I manifestanti sono riusciti a sfondare il cordone di sicurezza dando vita ad alcuni scontri con le forze di sicurezza; la protesta si è poi estesa ad Avenida Abancay, dove sono stati segnalati piccoli incendi sugli arredi urbani e l'uso di proiettili di gomma contro civili e giornalisti, questi ultimi intenti a documentare gli eventi.
I media locali e internazionali hanno confermato che un gruppo di manifestanti ha tentato di entrare nel Palazzo del Governo ed è stato represso con gas lacrimogeni dalla polizia. Inoltre, durante gli scontri sono stati effettuati arresti e un numero imprecisato di persone è rimasto ferito, sebbene non sia ancora stato reso noto un bilancio ufficiale delle vittime.
Le proteste rispondono a una crescente percezione di insicurezza e criminalità nel Paese, nonché a dubbi sulla legittimità politica di Boluarte, che diversi settori accusano di mantenere legami con personaggi del passato politico peruviano, come Keiko Fujimori, membro di una dinastia storicamente implicata in casi di corruzione.
I manifestanti chiedono profonde riforme, maggiore trasparenza nella pubblica amministrazione e rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini, in un contesto caratterizzato da malcontento sociale e sfiducia nelle istituzioni.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia



