(ASI) Ginevra, 16 settembre 2025 – La Commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite ha emesso una dichiarazione che segna un punto di svolta nella crisi israelo-palestinese: quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza è genocidio.
Secondo il rapporto, le forze israeliane hanno commesso quattro dei cinque atti genocidi definiti dalla Convenzione ONU del 1948. Tra questi:
- l’uccisione di membri del gruppo palestinese,
- il danneggiamento fisico e mentale grave,
- l’imposizione di condizioni di vita insostenibili,
- e misure per impedire le nascite all’interno del gruppo.
La presidente della Commissione, Navi Pillay, ex giudice della Corte Penale Internazionale, ha dichiarato: «Non si può rimanere in silenzio di fronte alla campagna genocida di Israele contro il popolo palestinese. Quando emergono prove chiare, non agire equivale a complicità» ⁽¹⁾.
Il rapporto accusa direttamente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente Isaac Herzog e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant di aver incitato al genocidio, senza che le autorità israeliane abbiano preso misure per punire tali incitamenti⁽¹⁾⁽²⁾.
🇮🇱 La reazione di Israele è stata immediata e durissima. Il governo ha definito il documento una «calunnia antisemita» e ha chiesto lo scioglimento della Commissione, accusandola di parzialità e ostilità sistematica⁽³⁾.
Questa dichiarazione dell’ONU potrebbe avere conseguenze diplomatiche e giuridiche significative. Pur non avendo potere esecutivo, la Commissione collabora con la Corte Penale Internazionale e ha già condiviso migliaia di documenti utili per eventuali procedimenti.
In un mondo sempre più polarizzato, questa presa di posizione dell’ONU rappresenta un segnale forte: la comunità internazionale non può più ignorare la sofferenza del popolo palestinese. Cresce il sostegno globale per Gaza, mentre si intensificano le critiche verso il governo israeliano, accusato di violazioni sistematiche dei diritti umani.



