(ASI) - La crisi diplomatica tra Italia e Francia, prosegue. Tutto nasce da un commento di Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, che ha liquidato l’ipotesi avanzata da Emmanuel Macron Presidente della Repubblica francese, in riferimento a un possibile invio di truppe europee in Ucraina con una battuta in dialetto milanese «Taches al tram. Vacci tu, se vuoi.
Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina» Una frase che, seppur nello stile colorito a cui il leader della Lega ha abituato da sempre la politica italiana, ha avuto un’eco internazionale immediata, al punto da spingere Parigi a convocare l’ambasciatore italiano per chiedere chiarimenti ufficiali sull’accaduto. Il presidente francese infatti, ha interpretato le parole di Salvini come un affronto diretto, percependole non come opinione personale, ma più come una posizione del governo italiano. Da qui la decisione francese di alzare i toni, sottolineando l’irritazione dell’Eliseo e la necessità di chiarire i confini della dialettica politica. La reazione non si è tuttavia fermata all’ambito diplomatico: Salvini infatti, lungi dal ridurre le tensioni, ha replicato definendo il presidente francese "permaloso" e rivendicando il diritto a esprimersi senza filtri.
Salvini non è nuovo a questo tipo di esclamazioni nei confronti di Macron, tant’è che il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dovuto minimizzare e prendere le distanze dalla dichiarazione personale di Salvini, ribadendo che la linea di politica estera è tracciata da lui e dalla premier Giorgia Meloni, non da dichiarazioni estemporanee. Tajani inoltre specifica che non c’è nessuna crisi Italia-Francia, in quanto i rapporti tra Meloni, lui stesso e Macron sono distesi e frequenti come sempre.
Sul piano diplomatico, Roma rischia di incrinare un rapporto già “fragile” con Parigi, che storicamente è stato da sempre caratterizzato da cooperazione ma anche da rivalità, soprattutto in ambito economico e industriale. Sul piano interno invece, la crisi espone delle tensioni nella maggioranza: Salvini punta a rafforzare la propria immagine di leader “anti-sistema”, mentre Meloni deve tenere insieme una coalizione comunque eterogenea e mantenere credibilità internazionale. In prospettiva, molto dipenderà da come evolverà il dibattito sull’Ucraina. Se Macron insisterà su un maggiore coinvolgimento europeo, ogni posizione divergente rischierà di trasformarsi in un caso diplomatico.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



