(ASI) La notizia diventa ufficiale attorno alle 10.30 di mattina, i giornalisti più mattinieri comunicano agli operatori che bisogna “levare le tende” perché la cancelliera tedesca Angela Merkel non ci sarà. Una crisi di Governo imminente ha costretto la donna più influente d’Europa a fare dietro front e tornare a casa,per seguire la situazione da vicino.
E di certo il momento non è dei più rosei, a dimettersi è proprio il presidente della Repubblica tedesco Christian Wulff accusato di interesse privato in ufficio. Nello specifico, nelle mani degli inquirenti ci sarebbero un finanziamento agevolato da parte di un amico e qualche viaggio pagato. “Tutti sono uguali davanti alla legge” commenta amareggiata la cancelliera, si ma in Germania forse. E mentre Angela Merkel correva dai suoi, in Italia Antonio Di Pietro gridava che “dopo Mani Pulite l’Italia è solo che peggiorata”, temi analoghi per i due paesi, ma con svolgimenti assai differenti: che la corruzione nella politica sia un vizio comune in ogni angolo del mondo è cosa ormai nota, ma il Paese d’acciaio del vecchio continente che trascina forzatamente dietro di se tutti i Paesi dell’economia monetaria decidendo il futuro economico e sociale di quegli Stati che rompono il serpentone, quasi scavalcando la loro sovranità interna, a differenza dell’Italia è forte non solo per la sua economia dominante, ma anche grazie alla limpidezza dei messaggi e dei rapporti che ha con la sua popolazione, o per lo meno è limpido tutto quello che vuole che la gente sappia. La forza di un Paese, è la fiducia della popolazione che il Governo deve guadagnarsi e non il contrario. Nel nostro Paese, di messaggi ne sono passati tanti, troppi, senza risposte esaustive e soprattutto quasi sempre prive di efficacia, la fiducia è scesa passo dopo passo ed è venuto a mancare quell’unico fattore che il Paese della Merkel possiede, rendendola sicura e che rende uno Stato davvero invincibile: il senso di appartenenza.