(ASI) Dal colpo di Stato del 2014, lo Yemen affronta una crisi sempre più grave, aggravata dai bombardamenti indiscriminati delle milizie Houthi che colpiscono infrastrutture vitali e infliggono al paese un enorme costo economico.
In un contesto di guerra incessante, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha lanciato l’allarme: un bambino yemenita muore ogni 75 secondi, mentre il paese affronta quella che è ormai considerata la più grande carestia della storia moderna.
Tre anni fa, David Beasley, direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale (PAM), dopo una visita in Yemen, definì la situazione “un inferno sulla terra”. Davanti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dichiarò che oltre 16 milioni di persone stavano affrontando una crisi alimentare a livelli di carestia o peggiori, sottolineando che “questi numeri non sono solo statistiche, ma rappresentano persone che si dirigono verso la più grande carestia della storia moderna”. Beasley avvertì inoltre che 400.000 bambini rischiavano di morire, ossia “uno ogni 75 secondi, senza un intervento urgente”.
Le preoccupazioni dell’ONU
Di fronte al perdurare della crisi, le Nazioni Unite hanno espresso profonda preoccupazione per il popolo yemenita. Più della metà della popolazione – 17,4 milioni di persone – soffre di insicurezza alimentare, una cifra destinata ad aumentare. Il tasso di malnutrizione infantile nello Yemen è tra i più alti al mondo: il 75% dei bambini soffre di malnutrizione acuta.
Dopo anni di conflitto, la malnutrizione grave tra bambini e madri ha portato a un aumento di malattie come diarrea, infezioni respiratorie e colera. Inoltre, l’economia yemenita è crollata di oltre la metà, con l’80% della popolazione sotto la soglia di povertà. Il tracollo economico si manifesta attraverso la perdita di redditi, la svalutazione del rial yemenita, il calo delle entrate pubbliche, l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e le restrizioni alle importazioni, incluso il carburante.
Mobilitazione internazionale
La comunità internazionale ha attivato diversi aiuti per alleviare le sofferenze dei bambini yemeniti. Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) assiste 3,3 milioni di bambini e madri, fornendo loro integratori nutrizionali e distribuendo spuntini giornalieri a 1,55 milioni di bambini nelle scuole, per aiutarli a continuare gli studi. Inoltre, l’UNICEF ha curato 366.358 bambini affetti da malnutrizione acuta grave.
Tra le iniziative arabe, la Mezzaluna Rossa degli Emirati Arabi Uniti porta avanti da nove anni il progetto “Distribuzione degli abiti dell’Aïd”, un’iniziativa annuale volta a donare un momento di gioia ai bambini delle famiglie più svantaggiate, in particolare ai bambini con disabilità.
Quest’anno, il programma ha permesso la distribuzione di nuovi vestiti a 30.000 bambini nei governatorati di Taiz e Al-Hodeida, e a 2.500 bambini con disabilità o in situazioni di estrema vulnerabilità nella città di Moukalla.
Hamid Rached Al Shamsi, consigliere per lo sviluppo e la cooperazione internazionale e rappresentante della Mezzaluna Rossa emiratina in Yemen, ha sottolineato che questo progetto è finanziato dagli Emirati Arabi Uniti con l’obiettivo di attenuare le sofferenze dei bambini colpiti dalla crisi. Ha spiegato che “questa iniziativa mira a compensare le perdite delle famiglie più povere, in particolare quelle con bambini bisognosi di cure speciali o che hanno perso il capofamiglia, ritrovandosi oppresse dal peso dell’orfanotrofio”.