(ASI) Si è chiuso ieri a Pechino il secondo vertice tra la Cina e i Paesi arabi, che ha inglobato anche la 10a conferenza ministeriale del Forum di Cooperazione Cina - Stati arabi (CASCF), piattaforma di dialogo tra i ministri degli Esteri dei Paesi coinvolti, lanciata al Cairo nel 2004.
In agenda, com'era scontato, grande spazio è stato riservato al conflitto in corso a Gaza tra Israele e Hamas, scoppiato lo scorso ottobre a seguito dell'attacco dell'organizzazione islamista contro lo Stato ebraico. A meno di due anni di distanza dal primo vertice, tenutosi a Riyadh nel dicembre 2022, la situazione nel Vicino e Medio Oriente è ormai drasticamente degenerata, provocando una crisi umanitaria senza precedenti nella Striscia.
Di fronte ai capi di Stato di Arabia Saudita, Bahrein, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Tunisia, ai capi delegazione di 22 Paesi arabi e al segretario generale della Lega Araba Ahmed Aboul Gheit, il presidente Xi Jinping ha ribadito il pieno sostegno di Pechino al riconoscimento ufficiale della Palestina in sede ONU, quale passaggio necessario per l'implementazione della soluzione dei due Stati.
«La Cina sostiene fermamente la creazione di uno Stato palestinese indipendente che goda della piena sovranità basata sui confini del 1967 e con Gerusalemme Est come capitale», ha affermato Xi durante il discorso di apertura della conferenza ministeriale, aggiungendo che Pechino «supporta la piena adesione della Palestina alle Nazioni Unite e appoggia una conferenza internazionale di pace più ampia, autorevole ed efficace».
Il leader cinese ha colto l'occasione per annunciare lo stanziamento di ulteriori 500 milioni di yuan, pari a circa 65 milioni di euro, per «contribuire ad alleviare la crisi umanitaria a Gaza e sostenere la ricostruzione post-bellica». Queste risorse vanno ad aggiungersi ai 100 milioni di yuan (ca. €13 mln) inviati in precedenza. Pechino donerà inoltre 3 milioni di dollari all'Agenzia ONU per il Soccorso e l'Occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) per l'assistenza emergenziale a Gaza.
Sul fronte della cooperazione politica, Xi ha sostenuto che «le relazioni sino-arabe hanno raggiunto nuove vette sin dall'inizio di questo secolo», citando l'obiettivo fissato due anni fa in Arabia Saudita, cioè la costruzione di una «comunità sino-araba dal futuro condiviso nella nuova era». La Cina, stando a quanto affermato dal capo di Stato del gigante asiatico, lavorerà con la parte araba per fare dell'intreccio diplomatico tra le parti «un modello di mantenimento della pace e della stabilità mondiale».
«In questo mondo turbolento, le relazioni pacifiche derivano dal rispetto reciproco e la sicurezza duratura è costruita sull'equità e sulla giustizia», ha sottolineato il presidente cinese, promettendo di lavorare insieme ai Paesi arabi per garantire l'applicazione delle proposte e dei principi della Carta dell'ONU e di compiere sforzi congiunti per individuare soluzioni alle questioni dirimenti.
In materia economica, gli interessi reciproci tra la Cina e i Paesi arabi sono naturalmente enormi. Da qualche anno ormai, non a caso, la cooperazione sino-araba è stata inserita nel più generale quadro dell'Iniziativa Belt and Road (BRI), lanciata da Pechino nel 2013 per ricostruire in chiave moderna le antiche direttrici terrestri e marittime della Via della Seta. «Lo spirito della Via della Seta si è trasmesso di generazione in generazione», ha ricordato ai presenti Xi, che ha proseguito: «Questo spirito mantiene le relazioni sino-arabe al passo coi tempi a vantaggio dei popoli coinvolti».
La volontà cinese è esplicita: incrementare la cooperazione in aree strategiche tradizionali quali petrolio, gas, commercio e infrastrutture così come in ambiti più innovativi, tra cui intelligenza artificiale, investimenti green ed energie rinnovabili. Nel suo intervento Xi ha fatto riferimento alle otto grandi iniziative di cooperazione proposte nel 2022, in occasione del primo summit di Riyadh.
«Da allora, i documenti in tema di cooperazione Belt and Road che abbiamo firmato si sono estesi sino a coprire una vasta gamma di ambiti grazie ai nostri sforzi comuni dell'ultimo anno e mezzo», ha spiegato il presidente cinese, citando i passi in avanti compiuti in campo di ricerca e sviluppo, trasferimento tecnologico, commercio ed energia, assistenza sociale, sicurezza alimentare, innovazione green e salute.
A tutto ciò Pechino e i partner arabi aggiungeranno cinque nuove piattaforme di cooperazione: una in materia di innovazione per la realizzazione di dieci laboratori di ricerca congiunti specializzati su vita e salute, intelligenza artificiale, ambiente e sviluppo low-carbon, agricoltura moderna, spazio e tecnologie informatiche; la seconda prevede l'espansione della cooperazione nei settori degli investimenti e della finanza; la terza sarà dedicata all'energia, alla diversificazione delle fonti e alla sicurezza delle catene di approvvigionamento; la quarta si occuperà di commercio e dovrà accelerare i negoziati in corso per la conclusione degli accordi bilaterali e regionali di libero scambio; la quinta si focalizzerà infine sulle dinamiche socio-culturali e di scambio people-to-people, strutturando una più ampia cooperazione tra università, associazioni, forum giovanili, musei e destinazioni turistiche.
Al termine della 10a conferenza ministeriale, le parti hanno adottato tre documenti: la Dichiarazione di Pechino, il Piano Esecutivo della CASCF 2024-2026 e una dichiarazione congiunta sulla questione palestinese.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia