(ASI) Il partito di opposizione Impegno per lo sviluppo ha indetto una mobilitazione, per tre giorni consecutivi, ad Haiti per chiedere le dimissioni del primo ministro ad interim Ariel Henry e liberare il paese caraibico dal giogo di Usa, Canada, Francia e multinazionali.
L’appello, lanciato dall'ex senatore Jean Charles Moïse, prevede proteste in tutto il Paese caraibico da oggi al 7 febbraio, data in cui è prevista la fine del mandato di governo di Henry e con questa “la famigerata disattenzione e inerzia di fronte alle atrocità commesse da banditi armati contro cittadini pacifici”.
Ad Haiti è sempre più diffuso il malumore verso il primo ministro, ritenuto il responsabile dell'aumento della violenza e dell'insicurezza, nonché del caos causato da bande criminali legate al traffico di droga e armi, aggressioni e rapimenti.
Il leader sindacale Josué Mérilien ha dichiarato: “Abbiamo l’obbligo di protestare con forza contro Henry, che deve essere sostituito da una squadra con una visione chiara per far uscire il Paese dall’attuale stagnazione”.
Organizzazioni sociali e sindacali come Unnoh, il Movimento per la libertà e l’uguaglianza degli haitiani per la fraternità (Moleghaf), il Forum dei sindacati e delle organizzazioni popolari (Fosynpo) e altri ritengono che “le condizioni socioeconomiche della popolazione siano notevolmente peggiorate”.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia