La Palestina in fiamme

Aree di crisi nel mondo n. 174 del 12-10-23.

Gaza
Esplode un tremendo conflitto in Palestina.
Le forze armate presenti in Gaza hanno sferrato un pesante attacco contro il territorio dello stato occupante di Israele.
L'attacco è avvenuto ieri.
Le truppe palestinesi hanno varcato i confini tagliando reti e filo spinato e passando con mezzi veloci, auto, moto, jeep e atv attraverso il terreno incolto, evitando spesso strade.
Hanno raggiunto velocemente insediamenti e basi militari israeliane attaccandoli.
La gran parte delle basi e delle postazioni dell'esercito israeliano erano appena presidiate, per via della festa del Sukkot, con gran parte del personale in licenza dopo il servizio durante la festa dello Yom Kippur.
Postazioni fortificate e basi sono state catturate dai palestinesi; si segnala la presenza delle brigate Al Qassam, unità ben addestrate e meglio ancora armate.
L'arrivo delle truppe palestinesi negli insediamenti ha dato vita, purtroppo, anche ad episodi di eccidi di civili.
Occorre precisare che gli eccidi di civili sono sempre da condannare sia quando li commette Israele o gli USA che, altrettanto, quando a commetterli sono le forze armate di un Paese stritolato ed occupato a seguito dei conflitti del secolo scorso.
Gaza è una prigione a cielo aperto dove i suoi cittadini sono tenuti in segregazione e prigionia.
Una figura molto importante per la mia formazione politica e di coscienza, Don Walter Fiocchi, che aveva preso molto a cuore le vicende del popolo palestinese, non ebbe mai il permesso delle autorità israeliane di potersi recare in Gaza.
Negli anni scorsi la città di Gaza ha subito pesantissime azioni di bombardamento da parte israeliana che hanno causato la morte di innumerevoli civili.
Le truppe israeliane hanno tentato una reazione con alcuni carri armati; sono segnalate le distruzioni di alcuni di questi, alcuni anche filmati.
L'attacco palestinese è stato accompagnato da un fitto lancio di missili, 1600 nella mattinata, poi via via saliti a circa 3000, non i 5000 indicati da molti media già nella mattina.
Incredibile a dirsi, le forze armate palestinesi hanno varcato il confine e attaccato le postazioni israeliane utilizzando anche parapendii.
Dal settore nord sono arrivate informazioni sullo sbarco di forze palestinesi anche dal mare.
Le forze palestinesi sono penetrate per diversi chilometri all'interno del territorio israeliano.
Al momento i morti contati in Israele sarebbero circa 600 e quasi 2000 i feriti.
Fonti israeliane parlano di circa un centinaio di ostaggi già portati a Gaza, tra questi vi sarebbe un alto ufficiale di Tel Aviv.
Alla sera del primo giorno di combattimenti sono iniziati i bombardamenti israeliani sulla città di Gaza.
Molte le vittime civili anche qui, come molto spesso è accaduto in passato, ma i media occidentali omettono questi particolari per loro secondari.
A seguito dei bombardamenti in città, Hamas ha lanciato oltre 100 razzi verso la capitale Tel Aviv, il sistema Iron Dome ha fatto il possibile, ma come i lettori abituali sanno, oltre un certo numero di bersagli, il sistema antiaereo, come tutti i sistemi, si satura e lascia passare gli altri razzi; idem per gli altri tipi di sistema antiaerei.
Durante le fasi iniziali dell'operazione militare, nei pressi del confine di Gaza si svolgeva un rave party che è stato raggiunto dalle formazioni operanti sul territorio israeliano.
I gruppi armati palestinesi hanno attaccato il rave party e sparato sui civili.
Molti sono stati uccisi e molti sono stati presi prigionieri e portati dentro Gaza.
Anche presso gli insediamenti dei coloni israeliani si è assistito all'uccisione spesso del tutto indiscriminata di civili, anche tra lavoratori stranieri, spesso asiatici trovati dentro agli insediamenti.
La popolazione israeliana è fuggita in massa dai settori attaccati e anche oltre.
Gli attacchi palestinesi sono stati segnalati anche a una 20ina di Km dal confine.
Netanyahu ha dichiarato che il suo Paese si trova in stato di guerra.
Colonne di reparti dell'esercito si stanno schierando attorno ai territori presidiati da Hamas, presso Sderod.

Le reazioni.
Al momento l'Occidente si è espresso unanimemente con Israele.
La Cina ha chiesto formalmente che ambo le parti si ritirino sulle proprie posizioni e sospendano il fuoco.
L'Iran, si schiera con le operazioni militari di Hamas.
La Turchia ha invitato alla pace.
L'Arabia invita all'immediata sospensione delle operazioni belliche.
La Russia ha chiesto la sospensione dei combattimenti.
Gli Usa appoggiano pienamente Tel Aviv e spostano la Ford e il suo gruppo di battaglia nelle acque del Mediterraneo orientale.
Altre seguiranno...

Valutazioni
Dal punto di vista militare, l'attacco di Hamas è stato un totale successo.
Sul piano militare,  è avvenuto con totale sorpresa israeliana.
Le forze di Tel Aviv sono state colte impreparate, non hanno reagito velocemente e hanno abbandonato di fatto la popolazione civile in balia del nemico che avanzava.
L'errore madornale compiuto da Hamas è stato il mancato controllo sulle milizie meno inquadrate.
Non tutte le forze appartengono certamente alle brigate Al Qassam ben inquadrate e addestrate; le milizie che sono entrate assieme a loro si sono date al massacro dei civili.
Questo è totalmente inaccettabile.
Ripeto: lo è anche quando a massacrare i civili sono gli Ucronazi, gli Statunitensi o i Turchi; comportandosi alla loro stregua, i Palestinesi si sono messi sul piano di coloro che chiamano, a torto o a ragione, occupanti.
Dal mio punto di vista questa regione, la Palestina, dovrebbe convivere pacificamente e divenire un unico stato per tutti gli abitanti di questo territorio.
Il processo di riavvicinamento tra Iran e Arabia, chiaramente, non piace a molti: non piace agli USA, non piace a Israele e non piace nemmeno alla Turchia.
In passato Ankara ha sostenuto Hamas; probabile che anche in questo caso abbia avuto modo di fornire una qualche assistenza alle formazioni armate di Gaza.
Al momento Iran e Russia possono dirsi escluse da ogni coinvolgimento in questo conflitto, troppo impegnate su altri fronti, Iran alle prese con la crisi economica, le forniture, mai confermate alla Russia, la corsa al nucleare, ufficialmente programma civile e non militare.
Di certo c'è che Israele si è sempre rifiutato di fornire armi ai nazisti di Kiev, e vorrei vedere...
Gli Usa cercano un espediente per uscire in maniera dignitosa da un conflitto ormai perso in Ucraina; sono alle prese con una crisi politica interna e l'anno prossimo ci saranno le elezioni presidenziali.
Nel frattempo se questa crisi dovesse allargarsi o perdurare, per i media nostrani, il conflitto ucraino, ormai privo di reali buone notizie per Kiev, finirà via via relegato sempre più in fondo alle pagine dei quotidiani e sparire dai titoli dei TG.
Non è nemmeno questo un bel segnale per Zelensky.

Sul piano politico l'attacco non è stato un successo. Risulta del tutto evidente che il numero di ostaggi catturati non sia assolutamente paragonabile al numero dei morti civili causati dall'attacco di Hamas, pertanto non rappresentano una leva sufficiente a frenare Israele da un attacco spietato contro la popolazione civile; sarebbe stato certamente meglio, per Hamas, ottenere un risultato opposto, ovvero molti ostaggi e pochissimi morti.
Forse però ciò che avevano in mente era proprio ciò che hanno fatto, sperando in un attacco cieco da parte di Tel Aviv sulla città.
Questa sembra al momento l'unica strategia portata avanti da Hamas, ben poca cosa, perchè al momento, se nessuno nel mondo si oppone, proseguiranno i bombardamenti senza alcuna invasione di terra.
Hamas resterà senza alcuna vittoria sull'IDF, ma solo con l'amara soddisfazione di avere inflitto uno smacco all'esercito nemico e causato una strage di civili israeliani, oltre che anche quella dei propri concittadini.
Israele può essere tentata di calcare la mano, sfruttare gli errori nemici e portarsi ancora più avanti nei confini attuali di occupazione. Inoltre, gli accenni fatti da Netanyahu su un Medio Oriente che deve cambiare, potrebbero intendere propositi di controllo sulla spianata delle moschee per cancellare la presenza delle stesse dalla spianata che fu anticamente sede del Tempio di Gerusalemme, ricostruendo magari il tempio stesso e realizzando una delle profezie ebraiche sulla ricostruzione del terzo tempio, che riguardano anche le volpi tornate sul tempio, notate già 4 anni or sono.
https://www.ilmattino.it/primopiano/esteri/volpi_muro_pianto_profezia_talmud_gerusalemme-4668106.html
https://it.abrahamicstudyhall.org/2020/09/04/profezie-sul-terzo-ed-ultimo-tempio-di-gerusalemme/
Sembra incredibile, ma anche in questi tempi c'è chi cerca di realizzare antiche profezie mosso da fanatismo religioso.
È noto ad esempio che i culti evangelici che si vanno diffondendo molto in Brasile, ad esempio, prevedano la preghiera davanti alla bandiera di Israele, è altresì noto che uno degli esponenti di riferimento di questo culto fosse proprio l'ex presidente Bolsonaro.
Sono a rischio anche i recenti tentativi di creare una “via delle spezie” dall'India all'Europa, in quanto prevedono il passaggio delle merci tra Arabia ed Israele, se non fosse firmato l'accordo di pace e il riconoscimento di quest'ultimo da parte saudita, la via delle spezie sarebbe defunta prima ancora di essere concepita.
Restiamo quindi in attesa di eventi che chiariscano le molte nebbie di guerra su questa tristissima vicenda ricca di notizie inventate, come i 40 bambini decapitati, che ricordano davvero troppo l'inizio delle operazioni irachene in Kuwait e la farlocca testimonianza falsa della figlia dell'ambasciatore kuwaitiano spacciatasi per una infermiera dell'ospedale di Kuwait City.
Si sa bene, la prima vittima di una guerra è la verità e da noi la verità pare defunta da molti lustri.

Stefano Orsi per Agenzia Stampa Italia

 

 

Fonte foto: Attribuzione Creative Commons-Condividi allo stesso modo 3.0. Attribuzione Al Araby (Q25453791

 
 
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