(ASI) Il mondo della scuola in Cile è sempre più in fermento. Da mesi gli studenti del paese latino americano sono in piazza per reclamare un sistema educativo migliore rispetto a quello figlio della dittatura atlantica di Pinochet e per queste sono vittime di una dura repressione da parte del potere; ora però tempi duri si annunciano anche per i professori cileni.
Jaime Gajardo, presidente del Colegio de Profesores de Chile ha infatti denunciato a Telesur l’esistenza di una operazione castigo e repressione contro i 3000 studenti espulsi dalle rispettive scuole ed i 4000 docenti già allontanati dal lavoro in quanto rei di aver partecipato alle manifestazioni studentesche
Gajardo ha precisato che "tali misure obbediscono agli ordini emessi dai sindaci ed eseguiti dai direttori delle istituzioni educative", sostenendo la tesi in base alla quale alcuni insegnati ed altri lavoratori del mondo scolastico avrebbero il compito di portare a termine un vero e proprio castigo contro gli studenti e i docenti che appoggiarono il movimento sociale per l’educazione pubblica e gratuita.
Nonostante ciò le trattative tra Harald Beyer, ministro dell’Istruzione, e le cosiddette parti sociali continuano anche se il tempo stringe visto che il progetto di legge sulla Carriera d’Insegnamento Professionale, dovrebbe essere rinviato al Congresso entro marzo.
Gajardo ha dichiarato che "il ministro Beyer ha acconsentito ad un altro vertice entro l’ultima settimana di febbraio, prima che il Ministero dell’Istruzione illustri la versione definitiva del testo.
Il mondo della scuola cilena quindi continua la sua battaglia per un futuro migliore ma i media continuano ad ignorare il tutto.
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