(ASI) Tornato in carica come presidente, dopo aver passata anche 18 mesi in prigione per un presunto caso di corruzione da cui è stato prosciolto nel novembre del 2021, Luiz Inacio Lula da Silva ha ripreso la sua politica atta a fare del Brasile una potenza guida per il continente indiolatino ma non solo.
Ultimo gesto in tal senso la presentazione di una road-map per l’integrazione politica, commerciale e monetaria sudamericana fatta ai leader degli undici Paesi della regione che hanno accolto il suo invito a partecipare a un vertice a porte chiuse nel palazzo di governo di Planalto.
Presentando la sua proposta ha spiegato: “Ritengo essenziale la creazione di un Gruppo di alto livello che, sulla base di quanto discusso avrà 120 giorni per presentare una road map per l'integrazione del Sud America”.
Contando sull’appoggio, tra gli altri, del presidente argentino Alberto Fernandez, il cileno Gabriel Boric, il colombiano Gustavo Petro,e il venezuelano Nicolas Maduro il primo mandatario carioca ha spiegato il centro del progetto di integrazione deve essere l'Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur), organismo nato quando il Sud America è tornato a rinascere ed ha acquisito una certa autonomia rispetto alle politiche atlantiche ai tempi del suo secondo mandato anche grazie a Chavez in Venezuela, Kirchner in Argentina, Morales in Bolivia e Correa in Ecuador.
“Quando venne istituita esattamente 15 anni fa in questo stesso Palazzo Itamaraty, l'Unasur venne dotata di istanze come il Summit dei Presidenti, il Consiglio dei Ministri degli Esteri, il Parlamento sudamericano”, ha affermato.
“La nostra regione ha solide risorse per affrontare questo mondo in transizione: il pil combinato dei nostri Paesi rappresenta la quinta economia mondiale e, con una popolazione di quasi 450 milioni di abitanti, siamo un importante mercato di consumo”, ha concluso Lula che punta a guida questo processo di emancipazione all’interno di un mondo sempre più multipolare.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia