(ASI) "Il problema dello smaltimento dei residui di lavorazione del marmo diventa ogni giorno più grave. In regione Toscana, come è noto, si trovano le cave più famose del mondo per l’estrazione di marmo e gli operatori del settore hanno già dato l’allarme evidenziando che in assenza di interventi risolutivi l’intero comparto rischia il blocco. Da parte nostra, tra le altre, c'è il comune interesse, nelle rispettive competenze, a sollecitare il Governo al monitoraggio dell'incerta situazione della società Venator e della sua sede di Scarlino dalla cui operatività, oggi messa in discussione da un possibile fermo operativo, dipende buona parte delle possibilità di riutilizzo della marmettola in un ciclo industriale. Una delle questioni prioritarie è infatti quella della corretta identificazione della marmettola come rifiuto o come sottoprodotto: in linea di principio i materiali residui non devono essere tout court classificati come rifiuti ma sottoprodotti. Le imprese vivono tuttavia nell'incertezza della fase dei controlli, rimanendo esposte al rischio di vedersi contestare l'assenza delle condizioni che consentirebbero di attribuire a tale rifiuto la qualifica di sottoprodotto.
Rileviamo l’urgenza di trovare nuovi sistemi di smaltimento ma anche di dare chiarezza interpretativa sulla natura di questo residuo. La filiera del marmo si distingue, oltre che per la fase di estrazione e lavorazione, per la presenza di una ricca serie di altre realtà imprenditoriali che dobbiamo garantire e tutelare come un insieme di eccellenze italiane. Là dove non sono state trovate e tardano soluzioni, spesso di competenza della regione Toscana, occorre agire subito in ogni altra maniera per sopperire alle inefficienze della sinistra di governo locale". È quanto dichiarano in una nota congiunta i parlamentari toscani Manfredi Potenti, senatore della Lega membro della VIII Commissione ambiente e Susanna Donatella Campione, senatrice di FDI e responsabile nazionale del Dipartimento Eccellenze italiane del partito.