(ASI) È delle ultime ore la notizia della consegna al Governo ucraino di missili da crociera britannici a lungo raggio (Storm Shadow) . Mentre Cina, Turchia e Brasile si attivano per aprire le trattative di pace, da parte occidentale si continua a soffiare sul fuoco della guerra.
È chiaro che la nuova minaccia, rappresentata dalle nuove armi, è motivo di ulteriore preoccupazione per le popolazioni russofone dei territori che si sono staccati (plebiscitariamente) dall'Ucraina. Già da tempo la Russia, inascoltata, aveva proposto in sedi internazionali una zona-cuscinetto smilitarizzata, per mettere al sicuro i territori riacquisiti o sotto la sua tutela. Ciò può avvenire in due modi: attraverso trattive di pace si definisce l'ampiezza della fascia del territorio e la si mette sotto il controllo di un corpo di pace dell'ONU. La seconda via non passa attraverso l'azione diplomatica, ma quella militare, che non esclude la creazione di una zona intermedia non abitata, che di fatto resta impraticabile, sia che la si dissemini di mine sia che la si renda inaccessibile (per un lungo periodo) attraverso l'impiego chirurgico di ordigni nucleari tattici in sequenza. La domanda è dunque: a quale dei due strumenti ricorrerebbe la Russia se messa alle strette?