(ASI) Washington. Secondo il New York Times, sulla base di nuove informazioni della intelligence, dietro all’attacco dei gasdotti Nord Stream dello scorso anno ci sarebbe stato un gruppo pro-Ucraina.
Non vi è ancora una definitiva certezza intorno a uno dei misteri irrisolti della guerra della Russia contro Kiev, ma sicuramente risulta essere un importante passo in avanti nel determinare i responsabili del sabotaggio.
Chi è coinvolto?
Attraverso le informazioni raccolte dagli 007 americani, non vi sono apparentemente prove che possano coinvolgere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il suo entourage di governo. Secondo la ricostruzione del New York Times, i sabotatori risultano essere cittadini ucraini e/o russi ed esperti sommozzatori che, con ogni probabilità, avevano ricevuto un importante addestramento militare.
Nessuna indicazione, al momento, su chi possa aver finanziato tale operazione, sebbene, per logicità, non possono che essere entità legate agli Stati che maggiormente avrebbero giovato dell'incidente internazionale. Quello che emerge di estremamente interessante nell’analisi del New York Times però é l’aspetto legato al processo decisionale di Kiev. Ebbene, è emerso che nonostante vi sia. una forte dipendenza sul piano militare e diplomatico dagli USA, i funzionari ucraini pare conservino una certa ambiguità nelle relazioni con le controparti statunitensi, soprattutto in merito ad alcune delicate operazioni militari. Il giornale americano ne ricorda alcune, come (ne aveva già parlato ad agosto del 2022) quella dell'attentato ai danni della figlia del filosofo ultranazionalista russo Alexander Dugin, Darya Dugina.
Possibili conseguenze
La Casa Bianca si è mostrata chiaramente cauta sulle indagini, consapevole del potenziale impatto negativo che un eventuale collegamento tra l’attacco e l’Ucraina potrebbe avere sulle coalizioni anti-Mosca. Sull’incidente al Nord Stream sono in corso tre inchieste, non si è arrivati a una conclusione, aspettiamo la fine delle indagini, si è limitato a commentare il portavoce per la sicurezza nazionale americana, John Kirby.
Diversi Paesi europei avevano indagato sul sabotaggio, ma finora nessuno era stato in grado di identificare con certezza i colpevoli, sebbene i media tedeschi avevano confermato come la pista ucraina fosse quella piu plausibile. Usa, Polonia e Ucraina avevano puntato il dito contro la Russia proprio poco dopo il sabotaggio, accusandola di usare l’energia come arma per mettere pressione ai paesi europei sulla questione ucraina. Mosca aveva respinto le accuse, chiedendo un’indagine internazionale e accusando a sua volta Gran Bretagna e Usa, considerati dal Cremlino i veri beneficiari dell’operazione.
Anche il giornalista investigativo americano e Premio Pulitzer, Seymour Hersh, é sicuro che dietro al sabotaggio ci sia Washington. Lo scorso giugno, secondo la tesi del reporter, utilizzando un’esercitazione militare della Nato come copertura, sommozzatori della Marina americana avrebbero piazzato esplosivi lungo gli oleodotti, facendolo detonare poi tre mesi dopo. Che sia stata la Casa Bianca a muovere le fila di tutto? Di sicuro Biden, a febbraio del 2022, aveva affermato che : la nostra posizione è molto chiara: se la Russia invade l'Ucraina, in un modo o nell'altro il Nord Stream 2 non andrà avanti.
Approfondimenti :
https://www.nytimes.com/2023/03/07/us/politics/nord-stream-pipeline-sabotage-ukraine.html
https://www.rainews.it/amp/articoli/2022/02/usa-nord-stream-2-va-bloccato-se-russia-invade-ucraina-43d8a19a-1abc-4278-b123-a54fcd77a1c8.html