Esclusive ASI. Intervista a S.E. il Dott. Naser M.Y. Al Balooshi Ambasciatore del Regno di Bahrain. Prima parte.

(ASI) Il Bahrain è un piccolo Paese nella regione del Golfo. Eppure, la sua economia e la sua posizione geografica rappresentano un valore strategico aggiunto tutt'altro che irrilevante. Agenza Stampa Italia ha voluto saperne di più, raggiungendo l'Ambasciatore del Regno del Bahrain in Italia S.E. Dott. Naser M.Y. Al Balooshi per un'intervista esclusiva. Proponiamo qui di seguito la prima parte.

Nonostante le dimensioni geografiche del suo territorio, interamente insulare, e malgrado la giovane indipendenza, raggiunta soltanto nel 1971, il Bahrain si è fatto conoscere in Europa nel corso degli ultimi anni grazie ad importanti opere ed eventi, come la modernizzazione della capitale Manama e la costruzione di un grande circuito automobilistico che, dal 2004, ospita annualmente un Gran Premio di Formula Uno. Come sta cambiando l’economia del Paese?

L’economia del Bahrain sta ora costantemente sviluppando tutto il suo potenziale, e diversificandosi dal settore oil & gas che rappresentava il 42% del PIL vent’anni fa (18,5% nel 2022), con il supporto di alcune brillanti iniziative del governo tra cui l’Economic Recovery Plan che stabilisce un’agenda ambiziosa per il Regno e il suo popolo, guidando la crescita attraverso cinque pilastri:
1- Le quattro strategie settoriali prioritarie in Turismo, Logistica, Manifatturiero, Telecom, IT ed Economia Digitale rilasciate negli ultimi anni;
2- Un piano da 30 miliardi di dollari di importanti progetti di sviluppo e infrastrutture in molteplici settori e aree di interesse;
3- L’allentamento e l’efficienza delle procedure commerciali per facilitare ulteriormente il commercio e le esportazioni;
4- La creazione di 20.000 posti di lavoro qualificati per i bahrainiti e il miglioramento delle competenze di 10.000 cittadini all’anno, nei prossimi due anni;
5- Il rafforzamento della stabilità economica e della sostenibilità del bilancio entro il 2024.

Inoltre, il Regno di Bahrain sta dando impulso a tutti i suoi distretti aziendali attraverso un sostenuto passaggio ad un’economia digitale.
Con un’infrastruttura TIC aperta e liberale, stiamo guidando a livello regionale lo spostamento verso il 5G al fine di consentire ulteriormente maggiori volumi di trasmissione dati.
Nel 2019, il Regno è stato selezionato da Amazon Web Services (AWS) per essere il primo Paese dell’area MENA ad ospitare un data center su larga scala; un’infrastruttura cloud chiave che ora sta potenziando la trasformazione digitale di tutta la regione.
Un altro esempio che possiamo fare riguarda i nuovi scanner ad alta tecnologia al King Fahad Causeway, che si basano sull’intelligenza artificiale e stanno costantemente migliorando il movimento delle merci con l’Arabia Saudita (la capacità è stata recentemente aumentata a 120 camion all’ora).
Con l’introduzione dell’imposta sulle società nel giugno 2023 da parte di un altro Paese della regione, il Bahrain sarà l’unico Paese del GCC senza tale tassazione sui profitti delle società; ciò rafforza ulteriormente la sua solida reputazione di nazione fiscale liberale. Come certificato anche da KPMG in alcune recentissime pubblicazioni di benchmarking,
il nostro Paese può offrire costi operativi inferiori fino al 42% (il 28% nel settore TIC). Il Bahrain si è addirittura classificato al primo posto per Electricity Infrastructure (2021) e Quality of Electricity Supply (2019) con una capacità di rete di 8,7 GW; un riconoscimento importante in uno scenario di crisi energetica internazionale come quello che vediamo ora in Europa.

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Il Bahrain si trova in una posizione strategica, nel cuore del Golfo Persico, incuneato tra la Penisola del Qatar e l’Arabia Saudita, con la quale è collegata dal Ponte Re Fahd, una strada composta da 25 km di viadotti e dighe inaugurata nel 1986. Il Porto di Mina Salman garantisce inoltre il trasporto commerciale attraverso le rotte dell’Oceano Indiano. Quali progetti sono in cantiere per lo sviluppo infrastrutturale del Paese?


Il Bahrain è a soli 40 minuti dal più grande mercato della regione, l’Arabia Saudita, attraverso la Causeway che può essere attraversata in alta stagione da oltre 114.000 passeggeri al giorno. Nel 2021, 3,2 milioni di persone hanno fatto i pendolari/ viaggiato attraverso la Causeway; numero in ripresa rispetto ai più bassi del 2020 colpito dalla pandemia. Con l’obiettivo di ridurre la congestione del traffico e migliorare l’efficienza dei trasporti tra i due Regni e il CCG, il Regno dell’Arabia Saudita e il Bahrain hanno concordato un progetto per un secondo ponte, The King Hamad Causeway, che si estenderà similmente per una lunghezza di 25 km. Sarà composto da quattro corsie per i veicoli e una parte dedicata all’infrastruttura ferroviaria ad alta velocità che consentirà al Bahrain di unirsi al resto della vicina rete ferroviaria CCG e di essere ancora più vicino a Riyadh e ad altre grandi città.
Il governo del Bahrain sta anche lavorando duramente per accelerare la costruzione di una rete metropolitana di Manama che copre diverse aree, con una lunghezza di 109 km. La prima fase del progetto prevede la costruzione di due linee di 29 km con 20 stazioni. La prima linea collegherà l’aeroporto internazionale del Bahrain al distretto di Seef, mentre l’altra collegherà l’area di Juffair e il distretto educativo di Isa Town. Un gruppo di aziende internazionali ha partecipato alla prequalifica della gara di appalto per la Fase Uno del progetto, che si è conclusa a maggio 2022. Tra i partecipanti c’erano Alstom dalla Francia, Hyundai Engineering dalla Corea, Orascom dall’Egitto e China Railway Group.
Altri importanti progetti di sviluppo includono:
1- La costruzione di cinque nuove città dentro e intorno a Fasht Al Jarim, Suhaila Island, Fasht Al Adhm, Hawar Islands e la cosiddetta area del Golfo del Bahrain. L’attuale superficie del Regno di Bahrain aumenterà di oltre il 60% e terrà conto dei requisiti di sostenibilità e della fauna locale. Con l’obiettivo di svilupparsi in modo ordinato, il governo sta progettando di costruire una “Northern Road” fornendo corridoi di trasporto lungo la costa settentrionale del Bahrain per collegare i nuovi progetti abitativi all’isola principale. La Northern Road raggiungerà una lunghezza di 22,5 km con quattro corsie in fase di sviluppo.
2- Nel manifatturiero: la creazione di una Downstream Aluminium Zone vicino allo stabilimento di Aluminium Bahrain (ALBA).
3- Nel turismo, il progetto Bilaj Al Jazayer (città turistica), situata nel sud-ovest del Regno; un importante progetto di sviluppo residenziale, ricreativo e commerciale che rafforzerà la posizione del Regno sulla mappa del turismo globale. La prima fase comprenderà spiagge pubbliche e una passerella che si estenderà per oltre 1,2 km, con lo sviluppo di importanti strutture ricreative, residenziali e turistiche. Il progetto ospiterà l’Avani Bilaj Al Jazayer Bahrain Resort e il Tivoli Bilaj Al Jazayer Bahrain Resort. Bilaj Al Jazayer ha vinto il premio “miglior progetto nel settore dell’intrattenimento in Bahrain” ed è stato nominato per il “miglior progetto nel settore dell’intrattenimento nella regione araba”.
4- È stato inoltre firmato un memorandum d’intesa tra il Regno di Bahrain e gli Stati Uniti d’America con l’obiettivo di creare una US Trade Zone vicino al porto KBS, sviluppando così un centro regionale per il commercio, la produzione, la logistica e la distribuzione, e valorizzando la nostra cooperazione economica finanziata dall’accordo di libero scambio USA-Bahrain. Un pilastro della politica estera commerciale del Bahrain.

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In Bahrain, Paese arabo ma caratterizzato da oltre un secolo di dominazione persiana safavide, c’è una corposa presenza di musulmani sciiti. La convivenza, non sempre facile, con i musulmani sunniti è migliorata negli ultimi anni? Quali iniziative ha adottato il Governo per contribuire alla pace sociale?

Uno dei diritti umani più importanti è la libertà di religione e l’Articolo 22 della costituzione del Bahrain afferma che l’Islam è la religione ufficiale e la Shari’a è la principale fonte legislativa; prevede la libertà di coscienza, l’inviolabilità del culto e la libertà di svolgere riti e tenere processioni ed incontri religiosi secondo le usanze del Paese. Ci sono luoghi di culto per tutte le fedi tra cui Islam, Cristianesimo, Ebraismo e Bahaismo (oltre 1300 moschee per entrambe le sette - 20 chiese e una sinagoga - 3 templi indù - 90 associazioni per comunità di espatriati). Le persone sono trattate allo stesso modo agli occhi della legge e non c’è discriminazione a nessun livello in termini di fede, genere o etnia. Per quanto riguarda la comunità sciita, hanno moschee e 625 Husayniyya.
Riguardo le illazioni circa il sistema educativo nel Regno di Bahrain e le accuse di discriminazione nei confronti di membri della comunità sciita, negando loro l’offerta di scuole sciite e l’esclusione dalle borse di studio, il Regno di Bahrain respinge queste errate accuse affermando di adottare pari misure con tutti i suoi cittadini in merito al diritto all’istruzione a tutti i livelli sulla base dei diritti di cittadinanza, come affermato dalla Costituzione del Regno e dalla Legge sull’Istruzione n. 27 del 2005, che ha reso l’istruzione un diritto disponibile. Lo Stato si impegna quindi a fornire l’istruzione senza discriminazioni, a garantire pari opportunità a tutti, e a fornire borse di studio per gli studenti diplomati delle scuole superiori solo sulla base del merito scientifico, a conferma dei diritti fondamentali acquisiti, senza discriminazioni. In pratica, tutte le scuole del Regno di Bahrain a diversi livelli di scuola primaria, media e secondaria sono distribuite in tutti e quattro i governatorati e sono aperte a tutti gli studenti, indipendentemente da genere, religione, etnia e setta. Inoltre, gratuitamente per le famiglie dei residenti stranieri, il numero di scuole pubbliche nel Regno di Bahrain è salito a 210, ed accolgono 150.000 studenti; ci sono inoltre circa 80 tra scuole private e comunitarie, tutte soggette alla stessa legge e ordine, e sono aperte a tutti senza eccezioni.
Il Regno si è anche adoperato per fornire un’istruzione religiosa specializzata a coloro che desiderano seguirla, e il Ministero dell’Istruzione ha destinato in egual misura un istituto di studi religiosi per gli studenti della setta Jaafari, e un istituto per gli studenti che seguono le sette sunnite, in un modo equilibrato; ciò conferma la piena parità in questo aspetto. C’è anche un college per gli studi religiosi della Sharia, che è l’Abdullah bin Khalid College for Islamic Studies, specializzato in studi sulla Sharia, magistratura della Sharia, banche islamiche e orientamento religioso, ed è aperto a studenti di varie sette religiose senza eccezioni. Questo istituto riunisce ugualmente studenti diplomati dell’Istituto Jaafari e laureati dell’Istituto sunnita; l’unico criterio è il merito accademico. Inoltre, nell’Università del Bahrain esiste un dipartimento di studi islamici, aperto a studenti di tutte le sette senza eccezioni. A questo proposito, il Regno fa riferimento al rapporto annuale sull’Educazione per Tutti emesso dall’UNESCO che monitora, con grande accuratezza e obiettività, gli sviluppi più importanti sulla via del progresso verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Educazione per Tutti in varie regioni del mondo, compresa la regione araba, utilizzando principalmente le statistiche emesse dall’Istituto di statistica dell’UNESCO. Il Bahrain è presentato positivamente nel rapporto, in termini di raggiungimento di progressi tangibili e continui in tutte le aree coperte da questi rapporti, come parte delle sue analisi dei sei obiettivi per l’ Educazione per Tutti, che sono stati approvati dal Forum di Dakar nel 2000.

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Gli accordi di Abramo sottoscritti con Emirati Arabi Uniti, Usa e Israele quali prospettive possono aprire per il Medio Oriente e per il vostro Paese?

Sono trascorsi due anni da quando sono state stabilite le relazioni diplomatiche ufficiali tra il Regno di Bahrain e lo Stato di Israele. Consentitemi di riflettere sul successo e sui risultati ottenuti finora. Gli Accordi di Abramo, facilitati dall’amministrazione Trump, sono stati firmati prima tra gli Emirati Arabi Uniti e lo Stato di Israele nell’agosto 2020;
successivamente, nel settembre 2020, il Regno di Bahrain vi ha aderito. Questa decisione storica è l’incarnazione della visione di Sua Maestà il Re Hamad bin Isa Al Khalifa, che sottolinea l’importanza di promuovere la pace e la stabilità verso un’ulteriore prosperità in Medio Oriente e nel mondo nel suo insieme.
La politica estera e interna del Bahrain deriva da tre valori fondamentali: pace, diritti umani e sviluppo socioeconomico sostenibile. Il nome “Accordi di Abramo” è stato scelto simbolicamente in onore del padre biblico delle tre religioni monoteiste – Cristianesimo, Ebraismo e Islam – per sottolineare la proclamazione di una nuova era nelle relazioni mediorientali. Questi accordi sono stati ufficialmente chiamati “Accordi di Abramo”, una dichiarazione di pace, cooperazione e costruttive ed amichevoli relazioni diplomatiche. A questo proposito, il Regno ha firmato questo accordo senza alcuna condizione preliminare poiché la pace, e la fine di anni di conflitto, è l’obiettivo primario e, se realizzato, può portare alla stabilità e alla prosperità economica.
Il Bahrain, potendo offrire agli investitori stranieri un’economia liberale, un quadro normativo favorevole e l’assenza di barriere tariffarie, può beneficiare molto dei legami rafforzati con lo Stato di Israele. È importante notare che il commercio tra i due Paesi è aumentato a 17 milioni di dollari durante la prima metà del 2022 e questo numero aumenterà nel prossimo futuro. Finora, il Bahrain e Israele hanno firmato 42 accordi e memorandum d’intesa nei seguenti campi: 1) cooperazione bilaterale; 2) esenzione dall’obbligo del visto per i titolari di passaporti diplomatici, speciali e di servizio; 3) cooperazione commerciale, economica e finanziaria; 4) collaborazione tra le due camere di commercio; 5) aviazione civile, servizi aerei; 6) campo medico; 7) agricoltura; 8) sport; 9) telecomunicazioni; 10) tecnologie informatiche; 11) servizi postali; 12) cooperazione tecnica; 13) ricerca e sviluppo; 14) innovazione tecnologica; 15) turismo; 16) protezione delle informazioni e dei materiali classificati nel settore della difesa; 17) rafforzamento della cooperazione negli ecosistemi delle piccole e medie imprese; 18) collaborazione nel campo degli studi; 19) servizi di progettazione; 20) gestione e supervisione; 21) protezione dell’ambiente e della fauna selvatica; 22) innovazione e sviluppo delle fonti idriche; 23) mutuo riconoscimento dei certificati di vaccinazione COVID-19. Attualmente stiamo anche negoziando un accordo di libero scambio, che contribuirà ulteriormente a far avanzare il livello degli investimenti congiunti, rimuovere le barriere commerciali e creare maggiori opportunità per imprenditori e aziende in entrambi i Paesi. Inoltre, il numero di turisti israeliani è in costante aumento, e viceversa, grazie a tre voli giornalieri Gulf Air da Manama a Tel Aviv. Ciò dimostra chiaramente i vantaggi ed i benefici della firma degli Accordi di Abramo.
Inoltre, gli Accordi di Abramo rappresentano anche un significativo cambiamento geostrategico per il Medio Oriente. I Paesi della regione hanno sistemi socio-economici, religioni e opinioni politiche diversi, quindi è fondamentale identificare sfide comuni e cercare soluzioni comuni come gruppo di nazioni. Israele deve e può essere un partner in questo obiettivo comune.
Due anni dopo, la collaborazione arabo-israeliana si sta dimostrando fondata sul dialogo e sul confronto pacifico per affrontare le sfide regionali, in contrasto con i tradizionali stalli politici e boicottaggi reciproci all’interno della regione. Da un lato, la storia ha dimostrato che il continuo conflitto con Israele ha portato solo a risultati negativi negli ultimi 70 anni. Dall’altro lato, molti Stati hanno sponsorizzato il terrorismo e organizzazioni terroristiche come Hezbollah, Daesh, Al Qaeda, Ansar Allah nello Yemen, e milizie sparse in Iraq, e l’Iran usa la causa palestinese col solo obiettivo di ottenere sostegno politico pubblico e per legittimarsi. L’attuazione di un accordo di pace globale creerà sicuramente una stabilità giusta e duratura nella regione; altrimenti i terroristi, e gli Stati che sponsorizzano i terroristi, useranno sempre la causa palestinese, in un modo o nell’altro, come scusa per andare avanti con il loro programma distruttivo e sostenere la violenza e le attività terroristiche. Oggi tutti i Paesi del Medio Oriente, con l’assistenza dei nostri partner internazionali come gli Stati Uniti e l’Unione Europea, devono impegnarsi nuovamente nella diplomazia multilaterale. Questa è la chiave per prevenire il caos politico e garantire una stabilità a lungo termine in tutta la regione.
Gli Accordi di Abramo, rafforzati dagli incontri del vertice del Negev, si riveleranno la piattaforma regionale multilaterale in cui possiamo identificare sfide comuni e cercare soluzioni comuni in Medio Oriente come gruppo di nazioni. A questo proposito, il Bahrain spera che altre nazioni arabe aderiscano a questo storico accordo di pace, poiché una partecipazione più ampia è il modo migliore per incoraggiare Israele a impegnarsi seriamente con la Palestina e negoziare una sostenibile “soluzione a due Stati”. Il Regno di Bahrain rimane ottimista sulle infinite possibilità di questo rapporto, perché il modo migliore per risolvere la tensione è attraverso la pace per la pace, piuttosto che attraverso la guerra per la pace.

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Fine, parte prima segue.

 
Redazione Agenzia Stampa Italia

 

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