(ASI) - Molti paesi in tutto il mondo stanno facendo sentire opinioni contrastanti sulla politica di incentivo alle macchine elettriche: in UE si tratta di Germania, Svizzera, Svezia e Norvegia.
I primi tre paesi infatti hanno proposto disegni di legge volti a bloccare la circolazione di questi veicoli per favorire la produzione e commercializzazione delle macchine a diesel e a benzina mentre la Norvegia ha indetto una riduzione degli incentivi.
Secondo la Svizzera, il motivo principale del limite ai veicoli elettrici sarebbe il loro eccessivo consumo di energia: il Consiglio Federale della Confederazione Svizzera è da sempre attento allo spreco di energia elettrica e proprio per questo ha pensato di bloccare la circolazione dei mezzi elettrici e di limitare la velocità massima per le vetture con motore termico.
La crisi energetica che l’intero continente europeo sta affrontando, ha fatto passare in secondo piano l’obiettivo principale che gli incentivi alle auto elettriche potevano concretizzare, ovvero la lotta al cambiamento climatico.
Ad ottobre 2022 l'Unione Europea aveva infatti raggiunto un accordo politico per vietare la produzione di nuove auto non elettriche dal 2035 in poi.
L’accordo, raggiunto a Bruxelles e annunciato insieme dal Consiglio dell’Unione Europea e dal Parlamento Europeo, equivale a un obiettivo di riduzione del 100% delle emissioni di anidride carbonica per le nuove auto e furgoni entro il 2035.
Jozef Sikela, ministro dell'industria e del commercio nella Repubblica Ceca, ha dichiarato in una nota l’importanza di questa rivoluzione:
“Questo accordo aprirà la strada a un'industria automobilistica moderna e competitiva nell'UE. Il mondo sta cambiando e dobbiamo rimanere in prima linea nell'innovazione”
Anche la direttrice per i veicoli e la mobilità elettrica presso il gruppo di campagna Transport & Environment, Julia Poliscanova, ha paragonato questo momento con l’avvento dei motori Diesel del 1892:
"Sono passati 130 anni da quando Rudolf Diesel ha rivoluzionato l'efficienza del motore, ma i legislatori hanno deciso che il prossimo capitolo sarà scritto dal veicolo elettrico migliore e più pulito".
Naturalmente, in molti si sono chiesti se l’Unione Europea fosse all’altezza della disposizione e quindi di come sarebbe stata in grado di facilitare questa transizione energetica.
Nonostante i vantaggi nell’avere una macchina elettrica sono molteplici, come i costi kilometrici, il comfort e la possibilità di non pagare la ztl e le strisce blu, i contro sussistono e confermano la precocità nell’adozione di un veicolo non ancora in sintonia con le esigenze della persona, come la scarsa autonomia e il costo dei ricambi elettrici e della batteria.
Ad oggi, gli incentivi e gli ecobonus concessi a Germania, Svizzera, Svezia e Norvegia non sono stati ritenuti un vantaggio da un punto di vista economico, i quali hanno preferito addirittura vietare la circolazione dei mezzi elettrici.
Queste scelte mettono in luce non solo le problematiche legate all’aumento dei prezzi e dei costi dell’energia ma anche la prova che alcuni Stati europei (vedasi l’Italia) non sono ancora in grado di sostenere una transizione ecologica così radicale.
Tommaso Maiorca – Agenzia Stampa Italia