L’Europa potrebbe trattare quest’evento con interesse e attenzione, ma mostra chiaramente uno scarso interesse considerando che non può venirne fuori nulla di serio e incisivo.
Prima di tutto, non è chiaro su quale pubblico faccia affidamento l’evento, da parte del pubblico internazionale non sembra esservi alcuna attenzione. In Europa, oltre ad Alexei Navalny, che è in prigione, solo Mikhail Khodorkovsky è relativamente noto. Ha sofferto molto sotto il regime di Putin, ma il suo passato di oligarca e le attività di cui è sempre stato accusato gli rendono impossibile essere riconosciuto dai politici europei. Khodorkovsky vive nei Paesi baltici da diversi anni, ma non risulta aver avuto particolari contatti con i leader occidentali. Se confrontiamo Khodorkovsky, ad esempio, con Svetlana Tikhanovskaya, che si definisce la legittima presidente della Bielorussia, il confronto chiaramente non regge visto che lei ha effettivamente partecipato alle elezioni. È anche possibile che i politici europei in passato non abbiano attribuito credibilità a Khodorkovsky e a Leonid Nevzlin per le dure e radicali affermazioni contro la Russia e Putin che se avallate avrebbero incrinato ogni rapporto. L’odio per il regime di Putin di questi oppositori, più che sembrare genuino, sembra animato dal fatto che proprio Putin li ha privati dei loro affari, è pertanto comprensibile, ma non lo rende credibile agli occhi dei politici europei.
In generale, il raduno dei russi anti-Putin non è paragonabile alla stessa versione bielorussa del governo in esilio. Perché Tikhanovskaya ha partecipato alle elezioni e, secondo una serie di valutazioni, è stata eletta, non ha semplicemente lasciato il Paese protestando. I forum “Russia libera” hanno una lunga storia, poiché dal 2018 si tengono due volte l’anno, con i relativi costi per l’imponente organizzazione.
Se parliamo delle possibilità per i membri del Congresso di Vilnius di influenzare il pubblico russo, il quadro è desolante. Tra i leader che si riuniscono non c’è un vero intellettuale o una personalità autorevole e credibile per i russi. Personalità del livello di Alexander Solzhenitsyn o Andrei Sakharov non ce ne sono affatto. Garry Kasparov, in quanto ex campione di scacchi, può essere distinto per una notevole intelligenza, ma durante i suoi anni all’opposizione ha detto così tante cose che i russi considerano diffamatorie per il Paese che difficilmente può contare su un sostegno significativo anche tra gli oppositori stessi.
Si può pensare che a Vilnius ci sono persone che non hanno trovato un sostegno adeguato in Russia, che sono dovute scappare per motivi personali, finanziari e giudiziari, a prescindere dalla loro opinione politica.
Tra gli organizzatori vi sono Dmitry Bykov e Viktor Shenderovich, famosi solo in circoli molto ristretti, così come la giornalista Yulia Latynina. Tra i finanziatori c’è Sergei Aleksashenko, un ex alto funzionario della Banca centrale russa, sospettato di frode in connessione con il default interno del 1998, così come Sergei Guriev, un economista che ha lavorato per l’azienda di Khodorkovsky. Padre e figlio Gudkovy invece sembrano particolarmente grotteschi. Il padre, l’ex poliziotto Gennady Gudkov, un tempo raggiunse un certo status negli affari e nella vita pubblica; entrambi – padre e figlio – divennero deputati e uomini d’affari.
In ogni caso, è ovvio che la formazione di un’alternativa intellettuale al regime di Putin può essere effettivamente credibile solo se avviene a partire dall’interno della stessa Russia. Forse il motivo dell’attività dei membri del Congresso di Vilnius risiede nella necessità di mantenere almeno un po’ di attenzione da parte dell’Occidente e cercare di evitare le “discriminazioni” che oggi vive in Europa chi ha il passaporto russo (a cui nessuno di loro ha rinunciato). Il dato finale però è soltanto uno, quest’evento non ha alcun peso reale, né in Europa ne in Russia, mentre la Russia viene seriamente combattuta dall’establishment europeo facendo a meno di questi oppositori.