(ASI) Le reminiscenze storiche ci potrebbero portare a considerare ciò che avvenne a Saigon nel 1975, e ciò che sta accadendo a Kabul nel 2021. Il fantasma del ritiro delle truppe e del personale statistico dal Vietnam, torna nell’Afghanistan di questo secolo.
È ciò che stanno vivendo gli Stati Uniti. La foto storica dell’evacuazione dell’ambasciata USA di Saigon viene diffusa in Internet, discussa dalle televisioni di tutto il mondo, in America si apre il dibattito mediatico.
Mitch Mc Connell, il leader della minoranza Repubblicana al Senato ha dichiarato : “Se non diamo subito più supporto alle truppe afghane, Al Qaeda e i talebani celebreranno il ventesimo anniversario dell’11 settembre 2001 dando fuoco alla nostra ambasciata a Kabul”.
La decisione del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden di porre fine alla guerra è ormai condivisa dall’opinione pubblica americana, ed in pochi la contestano, i due partiti maggiori si schierano per il non interventismo.
Tuttavia l’avanzata delle truppe talebane, i negoziati per risparmiare l’ambasciata statunitense di Kabul e l’invio d’emergenza di 3.000 truppe per assicurare l’evacuazione sono il risultato di ciò che non si sarebbe voluto vedere.
L’intervento delle forze congiunte e della missione sembra dunque essere fallito. La stessa credibilità di Bidenè in dubbio. Il bilancio della missione in Afghanistan secondo quanto riportano i dati conta 2.000 soldati americani deceduti, una spesa per duemila miliardi di dollari, 250.000 soldati afgani addestrati che sono stati incapaci di fermare i fondamentalisti islamici.
Le vicende sono diverse, certo, ma sta diventando molto difficile ignorare le crescenti analogie tra l’Afghanistan di oggi e il Vietnam del 1975,tra quel che potrebbe accadere a Kabul e ciò che accadde a Saigon.
Fonti a noi vicine riferiscono di come gli USA stanno per inviare tremila soldati del corpo dei Marines nella Capitale per l’evacuazione del personale dell’ambasciata, una grande cittadella fortificata. Sul campo saranno presenti forze inglesi e canadesi.
Ad oggi sono 34 i capoluoghi di provincia afghani conquistati. Di questi oltre la metà sono stati presi con la forza. L’avanzata è stata scatenata dalla notizia della definitiva smobilitazione delle truppe USA dal territorio.
I talebani sono a 50 chilometri da Kabul. Sono cadute le città di Kandahar ed Herat. Il collasso strutturale dell’esercito nazionale spinge mezzo milioni di profughi a fuggire verso la Capitale. La priorità è quella di assicurare la messa in sicurezza delle 4.000 persone dell’ambasciata, di cui 1.400 cittadini americani.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia