(ASI) La Uss Bonhomme Richard è una nave anfibia, una portaerei leggera, disegnata per gli sbarchi dei marines ed in grado di far decollare anche gli F-35. In servizio dal 1998 è stata bruciata nel rogo divampato il 12 luglio 2020 al largo della California.
Il fatto viene considerato come uno dei maggiori disastri della marina degli Stati Uniti. La nave prende il nome da una fregata dei tempi della Guerra d’Indipendenza (Buon uomo Riccardo). Era lo pseudonimo di Benjamin Franklyn, uno dei padri fondatori USA.
Il fumo che avvolgeva la nave da guerra era avvistabile dal centro di San Diego. Il 12 luglio di un anno fa si udivano esplosioni molto potenti, che avevano accompagnato il rogo della UssBonhomme Richard. Veniva considerata come un gioiello della marina, con un servizio alle spalle che raggiungeva i 20 anni.
Era costata tre miliardi di dollari, rinnovata e aggiornata nelle sue capacità tecnologiche e negli armamenti. Fu consumata dal rogoper circa quattro giorni. Inutili gli sforzi di uno squadrone di pompieri che accerchiandola con potenti getti di acqua non sono riusciti a fermare la furia delle fiamme.
La Marina americana decise dunque di venderla ad una società di demolizioni per pochi milioni di dollari. Secondo le indagini all’origine del rogola forza di un sabotatore marinaio.
Gli investigatori del Ncis, l’unità anticrimine della Marina Usa additano la responsabilità aRyan SawyerMays un ventenne originario del Kentucky. Il sospettato venne arrestato e spedito in cella per 56 giorni.
Il giovane è ad oggi stato scagionato dalle accuse e tornato in servizio attivo. Quest’ultimo si è sempre dichiarato innocente. I suoi avvocati hanno dichiarato che non poteva essere condannato vista la mancanza di prove oggettive. Tuttavia gli investigatori sono convinti della sua colpevolezza, e persuasi a portare il caso davanti alla Corte Marziale.
Il rogo ha avuto inizio nella stiva, dove oltre a diversi automezzi, erano stipati scatoloni e diverso materiale infiammabile. Nel punto di innesco sono state ritrovate bottiglie e contenitori in alluminio con residui di liquidi a base di benzina.
Secondo l’accusa il fallimento delle prove preselettive da parte del giovane,per entrare a far partedeiNavy Seal, il corpo più elitario della Marina Statunitense, avrebbe provocato il terribile dispetto e portato al consequenziale atto di sfogo incendiario. Il processo è iniziato in questi giorni, il marinaio nega ogni accusa, ma le prove a suo carico sono numerose.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia