(ASI) La pace per il Medioriente pare essere sempre più un miraggio. Gravi violenze infatti a Gerusalemme anche nelle ultime ore.Gli scontri sono deflagrati, questa sera, in tutta la Città Santa. Sono iniziati, con notevole intensità, preso il Monte del Tempio e la Porta di Damasco al termine delle preghiere in occasione dell’ ultimo giorno di Ramadan.
La rivolta si è estesa però ad altri quartieri. La rabbia, nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu, è considerevole in particolare nell’ area di Sheikh Jarrah. Numerosi arabi rischiano di essere sfrattati qui per una questione giudiziaria che prosegue da 50 anni e pare non trovare fine. Una società ebraica ha affermato di voler acquistare gli alloggi in cui risiedono gli abitanti.
Essi non vogliono andare via dalle proprie case e la questione è giunta davanti alla Corte suprema israeliana che dovrebbe pronunciare, a breve, il proprio verdetto. Hamas ha minacciato di attuare, nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu, “gravi ritorsioni” se la sentenza fosse sfavorevole ai palestinesi. Le forze di polizia hanno usato le maniere forti, con loro, anche questa sera. Il bilancio dei feriti è, al momento, di 178, ma è ancora provvisorio.
Lo ha riferito la Mezzaluna Rossa. Durissima la reazione del presidente, Abu Mazen, che ha addossato tutta la responsabilità di quanto sta accadendo “e delle sue conseguenze” al nemico sionista.
La situazione è talmente grave da aver spinto persino gli Stati Uniti a intervenire, invitando il proprio alleato Tel Aviv a non esasperare gli animi con azioni sconsiderate, citando tra queste anche i possibili sfratti. Le Nazioni Unite hanno chiesto tutti di usare la massima moderazione e di avviare un dialogo sereno per evitare che la spirale, attualmente sotto i nostri occhi, vada fuori controllo con potenziali ripercussioni, certamente non piacevoli, per tutta la regione.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia