(ASI) Non c’è pace purtroppo per la Siria. Il paese mediorientale è stato ancora oggetto di un terribile attacco dal solito nemico sionista.
L'esercito di Damasco ha riferito, questa mattina, di aver intercettato diversi missili israeliani lanciati nella tarda serata di ieri verso le città di Haffeh, a est del porto di Latakia e Masyaf, nella provincia di Hama nella parte nordoccidentale del Paese.
La notizia è stata riferita dall’ agenzia di stampa Sana e dalla tv nazionale. Entrambe le fonti hanno tenuto a sottolineare che i sistemi di difesa locali hanno abbattuto buona parte dei vettori che hanno squarciato il buio del cielo e rotto il sonno di coloro che stavano dormendo.
L’ azione è avvenuta infatti poco dopo le ore 2 di questa notte (l’ 1 in Italia) . Il tragico episodio non è stato privo di conseguenze. Il bilancio è stato terribile: la caduta dei dispositivi bellici ha causato la morte di una persona e il ferimento di altre 6 (tra cui un bambino e sua madre).
I raid – ha specificato una nota dell’ esercito di Bashar al – Assad – hanno preso di mira alcuni obiettivi, tra cui un sito di produzione di materie plastiche.
Nessun commento, come sempre in questi casi, dallo Stato ebraico. Esso non è nuovo tale atteggiamento, ma l’ assenza di smentite ufficiali conferma la paternità delle offensive tenute, da parte sua, top secret.
Sorprende che la comunità internazionale non intervenga con decisione per fermarle. L’ Onu è paralizzato a causa del potere di veto detenuto anche da Washington, il principale alleato di Gerusalemme nella regione mediorientale.
L’ amministrazione americana, guidata da Joe Biden, non ha mai (proprio come quella precedente del tycoon Donald Trump) condannato tali “operazioni chirurgiche” dello Stato ebraico finalizzate, a dire del premier Benjamin Netanyahu, a tutelare la sicurezza nazionale.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia