(ASI) La violenza, purtroppo in tali aree, potremmo dire da quando è iniziata la guerra nel 2011, non si è mai fermata. Sembra però che essa, proprio in queste ore, si stia intensificando e alimentando così una scia di sangue di cui non è possibile, almeno per il momento, vedere una fine definitiva.
I tentativi effettuati, negli anni, per raggiungere il cessate il fuoco tra le forze militari governative, con la mediazione degli Stati Uniti e della Russia, pare vanificarsi. Vari militari ed esponenti di forze dell’ esercito guidato dal presidente Bahsar al – Assad, sono rimasti uccisi e feriti, a causa di una grave azione ostile, condotta dai ribelli con artiglieria pesante e missili, nella citta' di Ma'arrat al Nu'man, a sud di Idlib, nel nord della Siria. Lo hanno comunicato stamane fonti delle unità di monitoraggio dell'opposizione, nei confronti del rais, al quotidiano panarabo "Al Arabi al Jadid". La fonte ha evidenziato che "un ufficiale con il grado di tenente e tre elementi della 25ma divisione per le operazioni speciali hanno perso la vita e altri sei hanno subito lesioni, dopo che un loro campo di addestramento e' stato distrutto nel centro di Ma'arrat". Un tenente, appartenente al Quinto corpo sostenuto dalla potente alleata Russia (Mosca appoggia Damasco dal 1971), e' deceduto, 24 ore fa, a causa degli spari provenienti da un cecchino sul fronte di Kafr Batikh, nelle vicinanze del centro urbano di Saraqib, situato nella parte orientale della regione di Idlib. Proseguono intanto proprio qui, nell’ area di de-escalation , numerosi atti che stanno coinvolgendo tanti villaggi e le cittadine di Al Fatira, Sufuhn, Felfeel, Al Halfa, Al Ankawi e altri. Tutto ciò si inserisce in un contesto mediorientale sempre più teso per il dilagare della violenza tra attori regionali, spinti ed equipaggiati dalle grandi potenze internazionali, a scapito dei civili e di un quadro geopolitico in rapido deterioramento.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia