(ASI) Non scherzate col fuoco. E’ possibile sintetizzare così il nuovo monito lanciato dalla Russia agli Stati Uniti e ai loro alleati, soprattutto del vecchio continente.
L’ ennesima puntata, della Guerra Fredda 2.0, riguarda questa volta il caso dell’ oppositore di Mosca, Alexei Navalny, tornato alla ribalta della cronaca dopo essere rientrato in patria in seguito a un periodo di cura a Berlino. Washington ha imposto ieri, insieme all’ Unione europea, dure restrizioni ad alcuni funzionari del Cremlino e ad aziende locali in risposta all’ avvelenamento, tramite il gas nervino Novichock, attribuito dagli antagonisti internazionali all’ intelligence Fsb. Nessuno accetta l’utilizzo di tale arma chimica, al pari di tutte le altre esistenti, in quanto vige il divieto in merito da parte di numerose convenzioni universali.
La presa di posizione, espressa dall’ amministrazione guidata da Joe Biden, è volta a punirci senza aver mostrato prima le dovute prove. Non è altro, in realtà, “che un pretesto per continuare a influenzare apertamente i nostri affari interni. Non lo tollereremo”, ha evidenziato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, dello Zar non nascondendo un possibile peggioramento delle relazioni, già ai minimi termini, con l’ Occidente. La risposta, che stiamo preparando – ha preannunciato con forza -, “sarà basata sul principio di reciprocità, ma non sarà necessariamente simmetrica”, ha aggiunto la diplomatica citata dai media locali. Il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha tenuto a sottolineare che proseguiranno le comunicazioni, a livello di servizi segreti, con Washington e Bruxelles, specificando tuttavia, al contempo, che la rappresaglia in fase di studio riguarderà loro. Le azioni – ha poi assicurato - che saranno intraprese non procureranno danni agli interessi del Paese.
Un forte sostegno è arrivato, nel frattempo, dalla Cina. Pechino ha fatto sapere che “le forze esterne non hanno alcun diritto di interferire” sulla vicenda dell’ ex blogger invitando, di fatto, la nazione d’Oltreoceano (con cui non ha un buon rapporto) a non interessarsi a ciò che capita al di fuori dei propri confini.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia