(ASI) Il ministro dei servizi segreti iraniani, Mahmoud Alavi citato dall’agenzia di stampa Isna, non ha escluso l’ipotesi di produrre la bomba atomica. Ha detto infatti oggi che se non saranno tolte le sanzioni, a livello internazionale, la Repubblica islamica potrebbe sviluppare armi non convenzionali, nonostante il divieto sancito dalla fatwa emanata dalla Guida Suprema Ali Khamenei. “
Se un gatto e' messo all'angolo, potrebbe comportarsi in modo imprevedibile", ha ammonito, aggiungendo allo stesso tempo che Teheran non ha in programma di dotarsi, "nelle attuali circostanze", della famoso dispositivo bellico tanto ambito.
Gli analisti hanno riferito che la mossa è stata dettata, molto probabilmente, dal tentativo di ottenere una posizione di forza nei negoziati, che seguiranno forse nei prossimi mesi, con la nuova amministrazione americana. Essa è guidata dal 20 gennaio, dell’ anno in corso, da Joe Biden quando si è insediato alla Casa Bianca. Egli punta ad un ritorno all'accordo sul nucleare stipulato nel 2015, ma la controparte desidera, prima di tale passo, di revocare tutte le sanzioni economiche in vigore varate dal predecessore, cioè da Donald Trump. Il tycoon ha ritirato gli Usa dall’ intesa nel 2018, scatenando forti polemiche con gli altri contraenti, soprattutto europei. La situazione rimane dunque, nel Golfo Persico, molto tesa e delicata. Israele e i suoi alleati d’Oltreoceano monitorano la situazione da vicino e sono pronti a difendersi da eventuali azioni ostili, rispondendo in modo adeguato. I piani vengono preparati nei minimi dettagli per essere sottoposti, in caso di necessità, alle autorità competenti. La nazione dei Pasdaran potrà costruire la bomba atomica tra due anni, circa il periodo stimato 12 mesi fa. Lo ha fatto sapere il capo dell’ intelligence di Gerusalemme, Tamir Heiman, nelle ultime ore ai giornalisti. L’arco temporale non nasconde comunque la minaccia incombente nell’area.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia