(ASI) Non sembra esserci pace per la Siria. Continuano dunque le incursioni, 'del nemico sionista', sul suo territorio. L’ultima è arrivata nella notte appena trascorsa. I caccia con la Stella di David avevano intensificato, nelle ore precedenti, i propri sorvoli su Beirut che è la capitale del paese dei cedri. Tale elemento indica solitamente l’imminenza di un attacco, che è stato realizzato poco prima dell’alba. Così la nota dell'Agezia di Stampa SANA.
I jet hanno sganciato bombe missili in alcune località della nazione. Sono state prese di mira infatti le città di Ayyash, al – Bukamal, Deir ez - Zor e Al - Mayadin. Lo ha riferito, in mattinata, la televisione di stato di Damasco. Il raid, secondo quanto si è appreso, ha provocato il decesso di almeno 11 combattenti legati all’Iran e di alcuni soldati, probabilmente 5, dell’esercito di Bashar al – Assad. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, la cui sede è a Londra, ha precisato che i jet hanno colpito alcuni depositi di Teheran, presenti nelle aree interessate dalle potenti deflagrazioni degli ordigni, causando il decesso di 23 persone, più ingenti danni alle strutture dei Pasdaran e dell’alleata milizia libanese Hezbollah. Israele non ha commentato, come sempre in tali casi, quanto è avvenuto. E’ noto, tuttavia, che lo Stato ebraico si riserva solitamente la possibilità di avviare operazioni, di portata limitata, necessarie a garantire la propria sicurezza. Il problema dovrà essere affrontato dalla nuova amministrazione americana, guidata da Joe Biden, che si insedierà alla Casa Bianca tra esattamente una settimana, cioè il 20 gennaio. La tensione, che si respira in Medioriente, è sempre più alta per la presenza di numerose crisi irrisolte. Molte nubi grigie si trovano quindi all’orizzonte e rischiano di intaccare seriamente gli sforzi di pace, attuati fino ad ora, dal presidente uscente Usa Donald Trump e dal suo segretario di Stato Mike Pompeo.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia