(ASI) La vendetta dell’Iran arriverà, ma al momento opportuno, per evitare di “cadere nella trappola”. Lo hanno dichiarato l‘Ayatollah Alì Khamenei e il presidente Hassan Rohani, in reazione all’uccisione del responsabile del programma nucleare del paese Mohsen Fakhrizadeh.
Lo hanno dichiarato l‘Ayatollah Alì Khamenei e il presidente Hassan Rohani, in reazione all’uccisione del responsabile del programma nucleare del paese Mohsen Fakhrizadeh. L’omicidio è stato attribuito ufficialmente ieri, dalla nazione dei Pasdaran, ad agenti dei servizi segreti del Mossad israeliano. La vittima era a bordo, secondo una prima ricostruzione della dinamica, di un Suv nero cinese. Ha rallentato il mezzo, di cui era alla guida in una strada del monte Tamavand, a causa dell’esplosione di un’autobomba. L’uomo ha perso la vita a causa della violenta aggressione subita, in quel frangente, dagli 007 di Gerusalemme col probabile via libera di Washington. E’ stato trasportato in ospedale, ma non c’è stato nulla da fare per salvargli la vita. Le circostanze dell’accaduto sono ancora tuttavia da accertare con esattezza, ma l’ira è già molto forte. “Bisogna individuare tutti coloro che hanno operato e sono stati coinvolti nell’azione. Devono essere puniti”, ha tuonato la Guida Suprema religiosa, specificando la volontà di proseguire gli sforzi per implementare il piano atomico, fino alla creazione di ordigni non convenzionali. Il capo uscente della Casa Bianca Donald Trump, grande alleato del premier Benjamin Netanyahu, avrebbe ordinato l’invio di caccia bombardieri B52 nel Golfo Persico. La tensione sta crescendo dunque in tutto il Medioriente, proprio come in occasione dell’uccisione del generale Soleimani avvenuta lo scorso 3 gennaio. La nuova crisi potrebbe essere un primo grattacapo per il numero uno di Washington appena eletto, Joe Biden, che entrerà ufficialmente in carica a gennaio.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia