(ASI) Si stanno ancora contando i voti, ma pare che ormai Joe Biden sia vicino al traguardo dei 270 grandi elettori e che sia ormai il quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Sorpasso sottilissimo in Georgia, avanti in Nevada ed Arizona Biden avrebbe fatto una rimonta incredibile grazie al voto postale.
Nella notte del 3 novembre Trump era avanti del 12% in Pennsylvenia, del 2,2% in Georgia (al 94% dei voti), in Winsconsin del 1,8% (al 94% dei voti), in Michigan del 4,5% (al 82%), in Caroline del Nord del 1,4 (al 94%) e indietro di un soffio in Nevada -0,3 (al 95%). Biden con gli ultimi voti avrebbe ribaltato Winsconsin, Georgia, Michigan e potrebbero aggiungersi anche Pennsylvania e Carolina del Nord.
Fanno riflettere le parole di Trump che quando era largamente avanti aveva annunciato brogli e incredibili sorpassi. In effetti, il sorpasso è avvenuto e addirittura dallo staff repubblicano si annunciano sorprese sulla regolarità di voti: qualcuno parla pure in alcuni casi di voti attribuiti a persone decedute. Le corti statali di Michigan e Georgia si sono opposte allo stop del conteggio, ma Trump ha il suo asso nella manica: la Corte Suprema.
Dei nove giudici a carica vitalizia tre sono stati eletti da Bush Jr. (il presidente John Roberts, Clarence Thomas, Samuel Alito), due da Obama (Sonia Sotomayor, Elena Kagan), uno da Clinton (Stephen Breyer) e addirittura tre da Trump (Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh, Amy Coney Barrett), di cui tre (Alito, Thomas e Gorsuch) hanno annunciato di non consentire il conteggio delle schede arrivate dopo la data delle elezioni, con una conseguenza considerevole a svantaggio dei voti postali di Joe Biden. La Corte Suprema di impronta repubblicana potrebbe portare l’ennesimo colpo di scena nella elezione più controversa della storia degli USA. Sicuramente desta perplessità che Joe Biden, per tre volte candidato alle primarie presidenziali e mai scelto dai democratici, diventi il presidente più eletto della storia, addirittura più di Kennedy, Clinton o Obama che sicuramente avevano molto più appeal tra i democratici. La Corte Suprema così come avvenne nel 2000 si ritroverà ad avere l’ultima parola e di sicuro Trump non cederà il passo come Al Gore e bisognerà vedere quanto la vena repubblicana prevarrà sulle personalità dei sei giudici.
A prescindere da quello che accadrà, i dati certi è che c’è un’America spaccata con una fortissima tensione sociale e che i sondaggisti hanno miseramente fallito ancora una volta con un Trump dato per spacciato e invece ancora molto combattivo. Obama nel 2012 annunciava “il meglio deve ancora venire”, forse Trump potrebbe dimostrare con i fatti questa frase, perché in fin dei conti lo spettacolo deve andare avanti e si sa con il Tycoon i colpi di scena non mancano mai.