(ASI) Parte dall’ala più conservatrice del parlamento inglese, la mossa di venire meno a degli accordi politici ed economici presi, nonostante il divorzio con l’Europa. Si parla di hard brexit. Vale a dire l’uscita dall’Europa in maniera poco ortodossa.
Il disegno di legge rimette in discussione molto di ciò che si era deciso in ambito di distacco dall'Unione Europea. Erano stati presi degli accordi che adesso il Regno Unito vuole cancellare.
Sul banco oltre la delicata questione dei confini dell’Irlanda del Nord, il mercato automobilistico.
Vi erano accordi commerciali per il valore di 110 miliardi di euro che adesso rischiano di essere cancellati. L’Inghilterra con l’uscita dall’UE, rischia di mettere a repentaglio il settore auto.
Si parla già di no deal : “senza accordo”. Le scelte di Boris Johnson, vengono contestate da esponenti di spicco del parlamento britannico. Il primo ministro inglese sembra voler fare di testa propria.
Questo come accennato prima ha portato ad un inasprimento dei rapporti con l’Irlanda del Nord.
Come riporta il giornale multimediale Il Fatto Quotidiano : “Johnson ha attaccato a muso duro l’atteggiamento negoziale dell’Ue per difendere la mossa controversa di una legge interna che non esclude la violazione del diritto internazionale: viene minacciato di imporre dazi doganali, dazi di confine all’interno del nostro Paese e di dividere la nostra terra, ha tuonato Boris Johnson , denunciando questo atteggiamento dell’Unione Europea come una contraddizione rispetto all’articolo 4 dello stesso protocollo nordirlandese: in base al quale, ‘l’Irlanda del Nord resta parte del territorio doganale del Regno Unito. Noi – ha poi rincarato – non possiamo immaginare una situazione in cui le linee di confine del nostro Paese siano dettate da una potenza straniera o da un’organizzazione internazionale. Nessun primo ministro britannico, nessun governo, nessun parlamento potrebbe accettare una tale imposizione”.
È sempre il Fatto quotidiano a riportare che :
“Davanti alla prospettiva di una hard Brexit, i leader dell’industria automobilistica europea hanno unito le forze per chiedere all’Ue e al Regno Unito di garantire un ambizioso accordo di libero scambio. Senza si mettono a rischio i posti di lavoro in un settore che sostiene 14,6 milioni di nuclei familiari.
Ci si domanda se ci si trovi nuovamente difronte ad una svolta di tipo autoritario. L’uscita del Regno Unito dall’Europa, dall’ Eurozona, e dagli scambi commerciali può pesare sullo scacchiere geopolitico mondiale?.
Ricordiamo di come storicamente l’Inghilterra sia stata una delle più grandi potenze coloniali ed internazionali. Militarmente e politicamente porta in sé il seme della strategia politica e statistica . Che questo allontanamento sia frutto di un rinvigorimento della tradizione?
Siamo difronte al ritorno del “grande impero”?
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia.