(ASI) L’Iran invierà carburante in Venezuela ogni volta che ce ne sarà bisogno. A dirlo l’Ambasciatore del Paese indiolatino a Teheran, Carlos Antonio Alcalá, ricordando come entrambi i paesi hanno sfidato le minacce dell'imperialismo statunitense per difendere il loro diritto al libero scambio.
“Se il governo venezuelano chiede una nuova spedizione, noi manderemo carburante in quel paese”, ha sottolineato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Abás Musaví.
Entrambe le parti hanno ricordato che il commercio tra le due nazioni è “legittimo” poiché entrambi i paesi sono “sottoposti a sanzioni crudeli e unilaterali da parte degli Stati Uniti che nessun paese è tenuto a rispettare”, sottolineando come “Washington abituata all’unilateralismo non può accettarlo”.
Nonostante le minacce statunitensi, quattro navi iraniane, su un totale di 5, sono finora arrivate in salvo nel porto venezuelano per depositare 245 milioni di litri di benzina; per provare a bloccare il tutto la Casa Bianca ha minacciato governi, porti, compagnie di trasporto e assicuratori in caso di aiuto e sostegno alle petroliere.
Da parte sua l’ambasciatore venezuelano in Iran ha spiegato come l’Iran con questo gesto abbia dimostrato il suo “potere geopolitico” e la sua “capacità” di sfidare l’egemonia degli Stati Uniti perché “la compravendita di carburante mostra non solo relazioni commerciali tra due paesi indipendenti, ma mostra anche sanzioni unilaterali da parte della Casa Bianca che però non impediranno questa azione”.
La nascita di un’asse tra Caracas e Teheran nel comparto petrolifero potrebbe mutare notevolmente i rapporti globali in materia, anche se solo l’adesione della Russia e della Cina a questo progetto potrebbe produrre una vera e propria rivoluzione epocale ad iniziare magari da una valutazione dell’oro nero non più in dollari ma in un’altra valuta.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia